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Opere Complete di Pancrazio Palma (1781-1850)

Giovanni Palma (a cura di)
Giovanni Fabbri Teramo, 1912, pagine 572

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ÒPERE COMPLETE
   da' rami vecchi. I nostri villani al contrario non altra maniera di potare conoscono che quella d'innalzare la pianta, e nel giungerle addosso cominciai! sempre dal recidere uno de' rami maestri e poi passano avanti. Sappia il proprietario che un albero da frutto (i gelsi e gli ulivi compresi) è più florido, più ferace, più durevole quanto più basso si divide in due o in tré.
   Potando qualunque pianta sieno i ferri bene affilati, i tagli ripuliti dalle schegge, accostato tanto al tronco che non si conosca esservi stato ramo, ma rassembrino una scorzatura. Né si tema con ciò di dilatar la ferita, perché sarà presto ricoperta dalla ricrescente corteccia, se questa non incontra ostacolo di( bronconi e di schegge.
   Esaminiamo ora il metodo di guidare col taglio gli alberi da legno. Che vogliamo noi da essi? Certamente tronchi della maggior possibile altezza, del più grosso diametro e più sollecitamente che sia sperabile. Pel triplice oggetto andiamo a scuola dalla natura. Portiamoci col pensiero ai nostri residuali boschi di abeti, di cervi e di faggi. Che bei fusti di altezza smisurata, formanti un perfetto cilindro appena rastremato insensibilmente verso la cima, senza bronchi, senza nodi! Or bene: chi ha guidato questi alberi? Nest-suno: la mano dell'uomo non si è loro accostata. Dunque .basta piantar alberi ed abbandonarli a loro stessi per aver tronchi magnifici? No; ina facciamo coll'arte ciò che la combinazione, opera nelle selve. Infiniti sefni ivi producono innumerabili novelli, non però eguali di forza. Lasciando quelli che sono oppressi, i più rigogliosi si formano un certo spazio, finché trovano dei vicini egualmente robusti ed allora si accomodano alla meglio, gettando quei rami laterali che loro si permette dilatare, e risolvendosi a spingere le loro forze principali nella freccia, la quale innalzano a tutta possa gareggiando cogli altri. Nessuno tocca i rami laterali che ajutano a nutrire il tronco, senza aver forza di attirare l'umore delle grandi arterie perpendicolari che tutto per quelle rimane; ma vinti ed affogati da' circostanti, languiscono e poi cadono senza lasciar bronco. Cosa dunque ci vuole per aver fusti bellissimi fuori .de' boschi? Piantar

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