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suoi economisti: Say, il quale le predicava esser meglio piantar vigne che barbabietole e comprar lo zucchero anche dal nemico; già 300 fabbriche suppliscono al consumo della metà di 33 milioni di francesi; qual sommo utile non è scaturito che da quel sistema continentale, contro il quale sì forti erano in un tempo, lamenti ed altamente riprovavasi dal menzionato autore! Ed a noi si dice: abbandonate, non curate, non proteggete le arti$ colla sola agricoltura prov-vederete a tutto. No, che nella moltitudine dei bisogni creati dalla civiltà, la coltivazione più fina non basta; che anzi è ora confessato dagli economisti scrittori che un paese a.gri-colo soltanto, sarebbe il più povero; e ciò che sorprende ma è però certo il più soggetto a depreziamenti, a miserie, ed a ricorrenti carestie J). Vi vogliono arti e per queste vi vuoi la protezione e quel che più importa la simpatia e la predilezione de' nazionali. Dunque il profonder denaro in opere straniere è un toglierlo alle nostrali ed in ultima analisi alle agrarie industrie; e fra queste, stante la scala innanzi enunziata, il mancamento ricade sulle culture meno neces-sàrie al momento, il bosco di alto fusto, il salceto, la selva cedua, e sulle grandi migliorazioni, per le quali mancano non il falceto o la volontà, bensì i mezzi.
') Se ad affiancare tali principii giovassero autorità, una ne trarrei dall'opera del signor Prediti Direttore dell'Istituto Politecnico di Vienna. Della reciproca influ nzd delle industrie agricola e manifatturiera, tradotta e stampata in Verona, da cui estraggo i seguenti teoremi: 1. Quando non vi sia minuta divisione di terre l'agricoltura non può produrre che scarsa popolazione, la quale resterà in uno stato infimo di coltura sociale; 2. Anche essendovi minuta divisione, se l'utilità agraria rifonda sulla sola e-sportazione, neppure il popolo si accrescerà, essendo questo uno stato dipendente, incerto e soggetto agli stessi mali dell'industria manifattrice appoggiata all'estero consumo; 3. I paesi agricoli sono più esposti alla carestia: dall'uniformità di lavoro deriva il fenomeno che dicesi eccesso di popolazione, il quale non è relativo al numero degli abitanti ma alla qualità simile delle loro occupazioni; 4. La moltiplicazione dei manifattori arresta l'alternamento della penuria e sopràbbondanza, ed assicura la regolare sussistenza degli agricoltori: essa è l'origine de' mercati; 5. La prosperità della popolazione agricola riposa sull'industria manifattrico; ed il grado di quella sull'estensione di questa; 6. La popolazione più numerosa, più ricca, più incivilita non può essere creata che dalla reciproca influenza delle due industrie.