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Opere Complete di Pancrazio Palma (1781-1850)

Giovanni Palma (a cura di)
Giovanni Fabbri Teramo, 1912, pagine 572

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a cura di Federico Adamoli

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   516 OPERE COMPLETE
   dator Afan de Rivera che ci pregiamo contar fra' soeii onorarii.
   Basta veder le nostre spiagge, ora sì larghe dal Trento ali'Alento, per conchiudere che fu già un tempo in cui tutta la pianura littorale trovavasi sotto il mare e questo poteva essere sporgente in tanti golfi, per le valli della librata, del Salinello, del Tordino, del Vomano, dell'Aterno. Ciò esser doveva in tempi remoti. Allora fondavansi dai Tirreni Tea-te ed Atri e dai Libami Truento in alte colline non molto distanti da' rispettivi golfi dell'Aterno, del Tornano, del Trento. Il mare, qualunque ne fosse la cagione (il profondamento forse dell'Atlantide!) si abbassò ed a pie delle attuali marittime colline i varii fiumi poi accoglieva. Nei secoli seguenti il mare più ritirossi e, cominciando a formare una spiaggia, fece nascere il bisogno d'ivi costruir abitazioni per le genti addette alla nautica ed al commercio. Per lo che Truento fabbricò Castrimi Truentinum; Tnteramnia innalzò Castrimi novwn, Atri Castellimi Hatriae; potè formarsi Aterno dai Marruccini, Castrimi Saline dagli Angolani o Testini; nel mentre che al di là dell'Aleuto, non so perché, meno il mare discotossi dalle colline, alcune delle quali vi si specchiano tuttora. In quell'età tante erano le bocche de' fiumi, tanti i sicnrissimi porti. I boscosi appennini colle infiniti radici delle piante rattenendo le disciolte nevi e le acque piovane, le lasciavano infiltrare placidamente nelle fessure de' monti, dalle caverne de' quali irrompendo di nuovo alla luce, alimento copioso prestavano alle pure sorgenti; e queste in fiumi riunivausi, che tanto letto e tanta foce si aprivano quanto era il quasi invariabile lor volume, per cagione che ciottoli non trasportando e scorrendo fra sponde anche cespugliose, non avevano come guastare, deviare, otturare le rive e gli sbocchi. Dal che si può congetturare che non solo presso il mare, ma per buon tratto su pel corso fossero navigabili i nostri fiumi, poiché i loro influenti allora placidi ruscelli non rovinosi torrenti com'oggi, non ne guastavano i letti e le ripe. Ed in quell'epoca poteva ben essere, ciò che il eh. sig. Liberatore vagheggia ne' suoi opuscoli, accessibile a navigli la Pescara sino a Popoli, se non

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