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Storia di Vasto. Città in Apruzzo Citeriore

Luigi Marchesani
Da Torchi dell'Osservatore Medico Napoli, 1838, pagine 364

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   grani e i vini que'generi, che la ricchezza della città basa-
   ' ' iiù che il sei-
   con ferisco no.
   Stimar deesi non antica assai V abbondanza di oli veti in Vasto : di fatti ne' documenti angioini ed aragonesi , che possediamo v di tutt' altra derrata fuorché di olii si fa motto. Il gentil Melarancio , oggi raro e di difficile conservazione, spesseggiava cotanto nelle nostre campagne (339) , special* mente in Vignola (568), da farsene imbarcazioni nel porto della Meta ; ma , giusta il pensar di alcuni , per le desolanti brinate accadute ne'«primi anni del secolo diciassettesimo quella pianta perì , e    Le ampie pianure della Penna, produttrici di Liquirizia, e le altre che sino al Sinello si prolungano, sono alle biade, specialmente al grano, addette. Scrisse nn concittadino che trentamila tommola di grano 1' agro vastese , atto a ren-dere quiodeci per uno, rigurgitava in ogni anno alla Capi* tale (571). Unica è la semina del grano ntll' anno. A favorii* l'agricoltura il Sindaco Pietro Muzii promosse la vantaggiosa istituzione del Monte frumentario co' fondi comunali; somministrato con poca usura al povero il grano da seminacele coltivazioni si avanzano: ella incominciò nel 1827 (18); ma i fallimenti e qualche frode ànno spinto a ruina il Monte, cui molti anui bisogneranno per risorgere. Nel 1742 aveansi in Vasto alcuni mulini, centcmmoliy aggirati da cavalli (457). Di due, che presentemente n esistono , un solo è atto a macinare.
   Non a torto altro concittadino invitò Dori ne' vigneti nostri (572). Se Bacco gavazzò tra i liquori delle gentili uve di Toscana (573), il dilicato gusto di Dori non picciol diletto avrà assaporando le uve e i vini di Vasto ; almeno con piena soddisfazioue gli occhi pascerà nella varietà e nelf abboa-
   grandemente