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Storia di Vasto. Città in Apruzzo Citeriore

Luigi Marchesani
Da Torchi dell'Osservatore Medico Napoli, 1838, pagine 364

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   al settentrione della chiesa S. Martino o Incoronala, pressò ruderi di fabbrica adequati al piano. Vase di alabastro o-rientale alto once ventuno è largo dodeci , fornito di ma-nico , il quale partendo dall' orlo attaccasi al ventre del vaie per mezzo di bellissima maschera , di cui la chioma è fregiata di varii Delfini ; dentro il vase ceneri, teschio, mo* neta di Trajano e medaglia di Julia Douina [la qual Giulia fu di Settimio Severo seconda moglie fra'l ig3e'lau dell'era cristiana (616) J \ vicino al vase un finissimo marmo letterato , che a spezzoni- ridotto , passò per riempitura di fabbrica nel casino del fd Canonico Pietro del Greco , schi* vato il vii destino da un sol frammento portante la iscr* 19 \ sono questi gli oggetti , che in una di dette tombe e-sistevano. L' altro sepolcro quadrilatero rettangolare era per Verità magnifico nella sua picciolezza ; marmi bianchi parallelepipedi tuttavia esistenti nel citato casino . oe laceano i lati, il fondo e '1 coperchio, ed inchiudevano scheletro puerile avvolto in largo lenzuolo di amianto: l'ignorante zappatore , svolto lo scheletro e stomacato, gittò dispettosamente su la vicina siepe quel chei suppose cencioso oggetto; indi a circa l'anno, preso un brano del lenzuolo per nettare infocato forno, stupì mirando incombustibile lo straccio: così il prezioso lenzuolo lacerato alquanto, Ai raccolto; ed oggi una striscia di esso lunga palmi sette e mezzo , larga da palmi due ed un tetto a mezzo palmo , mirasi in telajo fra due lastre nel Real Museo Borbonico di Napoli. Altri racconta che T alabastrino vase e la iscrizione stavano in questa stessa tomba (569) j ma io ò riferito quanto testimoni oculari ini inno narrato.
   L' onore di urbana sepoltura fu concesso a Pachio con Flavia ( Iscr. 6 e 7 ) , a Bebio ( Iscr. 12 j, a Bebio il Cavaliere con espresso decreto (Iscr* a' tre soldati pretoriani della iscr. 3, a Fabio Postumio, tìglio di Aulo, ascritto alla tribù A ine use (Iscr. 10) (pag. n); così col de Benedici is la penso, poiché i loro marmi letterati uscirono dal suolo compreso nel perimetro della città d' Istonio (617).
   Art. 6. Caccia.
   Il feroce Cinghiale , che Y emblema e non il nome agli Abruzzi fornì (618) , non è belva del nostro tenimento : nondimeno la giovanaglia vastese , cui gratissima è la occupazione del cacciare , va d'inverno in Petacciatà alla uccisione di quel quadrupede non meno che de' Cupui, e di ogni salvaggiume , che per ventura , dopo la gran caccia , le si
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