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Storia di Vasto. Città in Apruzzo Citeriore

Luigi Marchesani
Da Torchi dell'Osservatore Medico Napoli, 1838, pagine 364

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   1786, in c^i ascese a toni. «71740: indi decrebbe (5? i)* Antico è l'uào d* incettarsi grani ed olii al prezzo Clelia Voce : per lo più sono negozianti di .Napoli, efee nè danno F incarico a' nostri concittadini,. i quali proporzionato eoM^ fomento ne riscuotono, e talvolta si fanno socii de*commettitori. Egli è questo un sistema di commercio, che mentre assicura al colono k> smaltimento delle derrate , può far sorgere la carestia nel seno dell'abbondanza a furia: di esorbitanti imbarchi (fyi).
   Estraggonsi oggi da Vasto grani teneri e duri pareg* gianti que di Barletta e di Puglia ; orzo, avena , fave e granone ; peste , che alla giornata si perfezionano ; olii , i quali accostavansì molto a quelli di Barletta, ma presentemente la miscela con altri olii gli altera ; vini , che in gran parte pe'l Distretto si diffondono; aceti, che vanno a Comaccbio , Trieste % Venezia ; doghe di Cerro non lunghe , e radici di Liquirizia (665). La mancanza di strade carrozzabili tiene tuttavia legato il traffico mediterranea.
   Il sociale stato à creati non pochi bisogni, 1 quali il 11 lusso à moltiplicati: quindi a passivo commercio si soggiace per vasellami fini, cristalli, sedie di Sieilia o di Napoli , castori , gemme , oro di Francia lavorato , caffè , succherò , baccalà, sardelle salate di Dalmazia , e per quanto altro o presso noi non nasce , ovvero al lusso non soddisfa.
   Base metrica de* solidi è V oncia napoli tana : once 33 ed un terzo fanno il rotolo ; rotola 100 il cantajo ; pe-sansi cosi pasta , Carne , metalli, zucchero, caffè; ma pe '1 pesce e per le frutta il rotolo risulta di 4® once. Pe' quidì è base là mezza caraffa {foglietta ) , che dee contenere 12 once di acqua ; 4$ caraffe fanno il barile; due harili la salma : sono queste le misure de9 vini, degli aceti e delP alcool. 11 vino mosto fa , per ragion di %tara , caraffe a barilee perciò caraffe io4 a salma. È per l'uva nera la bigoncia , la quale pareggiar dovendo un barile di vino mosto, à la capacità di 52 caraffe; due bigonce danno la salma. Pesa la caraffa dell* olio once undici, e la bom-l>ola caraffe tre: il barile non à capacità determinata, e perciò ogni barile è misurato e zeccato. 11 tonimolo napolitano è la misura del frumento e de'legumi ; ei si compone di dne mezze! ti, e'I mezzetta di 12 misure; la salma risulta di tre torninoli. Serre alle lunghezze la canna napoletana conw posta di otto palmi, e*l palmo di 12 once: si usa andré H' braòctó o bracciolaro , il tjuale è di palmi due ed once etto, le superficie anno 'per base di misura ià tommole; h