Corriere Abruzzese 1888. In Città e fuori


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18 Febbraio 1888 - n° 14


     La commemorazione di G. BRUNO
     Nelle mura della città si leggono fino dal mattino parecchi patriottici manifesti. Primo, quello del Comitato promotore, che i nostri lettori avranno letto nella 2. edizione del Corriere di mercoledì. Viene poi quello dei reduci che promette un'altra commemorazione per l'epoca della esposizione. Terzo, quello in cui si riconosce lo stile di V. Guerrieri, ma che ha fatto venire, non si sa perchè, la pelle d'oca alla r. Procura, in guisa che si vedono ricoperte alcune parole, la cui incriminazione sarebbe molto problematica.
     Alle 3 in punto la sala comunale è stivata di gente. V'erano senatori e deputati, prefetto, funzionari d'ogni ordine, corpo insegnante, associazioni, studentesca. Presiede Filippo Delfico, con a lato i presidenti delle società. Fanno corona 10 bandiere. Un ritratto di Giordano Bruno è coronato di alloro.
     Dopo alcune parole del presidente, si leva il conferenziere, prof. Savorini.
     La conferenza del nostro amico, diciamolo subito, è riuscita perfettamente. Semplice, piana, popolare, ha tenuto raccolta l'attenzione delle diverse centinaia di uditori, i quali l'hanno salutato con frequenti approvazioni.
     Esordisce col ricordo di uno scrittore francese sulla grandezza italiana, la quale rimarrà se onoriamo i nostri uomini, se conserviamo gli entusiasmi per le nostre glorie. Ritrae da maestro l'ambiente intellettuale e morale in cui viveva Giordano Bruno, ne traccia la vita avventurosa, esamina le sue opere, le sue dispute, le sue dottrine sulla religione naturale, sulla pluralità dei mondi, sul razionalismo, sulla trasformazione della materia, e riassume la figura del filosofo di Nola, dicendo che fu il Rousseau del 500.
     Stupendo è il brano in cui dimostra la fierezza del carattere del Bruno, la guerra spietata dei preti, il martirio sofferto da eroe sul rogo di campo di fiori, l'odio del Vaticano anche dopo la morte.
     Una lunga salva di applausi saluta il chiaro conferenziere, e molti gli vanno a stringere la mano.
     L'on. Irelli vuole anch'egli consacrare un ricordo alla memoria di Giordano Bruno e si allieta con quanti giovani hanno contribuito a questa civile commemorazione. L'Italia dovrà ispirarsi alle glorie sue per farsi rispettare e temere nelle attuali condizioni dalla politica europea e per poter combattere le patrie battaglie. (Applausi).
     Scarselli Carlo legge un telegramma di adesione di una delle Società operaie di Atri (Applausi).
     Da ultimo, tra vivi applausi, viene approvato il seguente telegramma a S. E. Crispi:
     «Cittadinanza teramana commemorando solennemente martirio Giordano Bruno, rinnova sua ferma fiducia patriottismo, energia V. E. perché non sia ulteriormente indugiata la erezione monumento nazionale al grande precursore, cui Italia deve libertà di coscienza.
     Il presidente — Filippo Delfico».
     Il Comitato può essere ben soddisfatto della serietà e dell'ordine, onde è proceduta la commemorazione.

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     Il Comizio agrario di Teramo per agevolare agli agricoltori l'acquisto dello zolfo per le viti, essendosi posto in relazione con la Società generale degli zolfi, può offrirne ai seguenti prezzi franco alla stazione di Cesena.
     Lire 12 al quintale lo zolfo doppio raffinato molito.
     Lire 13 al quintale zolfo doppio raffinato molito acidificato.
     Lire 14 al quintale zolfo doppio raffinato molito al 2 % di solfato di rame.
     Lire 15,50 al quintale, sublimato.
     A questo prezzo va aggiunto il trasporto che può ammontare poco meno di tre lire, alla stazione di Teramo. Il pagamento verrà fatto per assegno ferroviario. La sottoscrizione per l'acquisto è aperta fin da oggi presso la Sede del Comizio. L'acquirente deve indicare oltre al nome e cognome la qualità che desidera e la stazione dove lo zolfo deve essere inviato.

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     Il presidente del nostro Comizio agrario comm. Settimio Costantini, è stato con recente decreto chiamato a far parte del Consiglio superiore di agricoltura per la sessione 1888.

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     L'appalto della illuminazione pubblica è rimasto al sig. Bartolomei Giuseppe; l'incanto definitivo è fissato al 9 marzo prossimo.

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     Il cappellaio Bindi Francesco tornava il 12 maggio dalla fiera di Campli, e la guardia daziaria F. di Gregorio si gettò con brutti modi a fare la visita di dovere. Ne sorse una lite, donde uscì il Bindi ferito con un colpo di baionetta. Vi furono querele di entrambi, e l'altro ieri giudicò il tribunale correzionale. Alla Guardia il tribunale appioppò 6 mesi di carcere e L. 150 per danni, ed al Bindi 10 lire d'ammenda.

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     Mercoledì un cantoniere della ferrovia dormiva, ubriaco, nientemeno che sul binario presso la stazione di Mosciano. Il treno del pomeriggio proveniente da Giulianova gli era già sopra, non ostante che il macchinista avesse assordato l'aria col fischio della vaporiera; l'avrebbe certamente schiacciato senza un miracolo. E proprio un miracolo fu quello per cui il cantoniere si svegliò nel momento supremo, quando cioè il treno appena gli potè sfiorare la testa. In effetti una parte del cuoio capelluto gli fu toccata dal treno, e poi anche alcune dita della mano gli furono rovinate. Se la caverà con 8 giorni di letto.