Corriere Abruzzese 1888. In Città e fuori


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21 Luglio 1888 – n° 58


     Oh! com'è triste ora il palazzo della esposizione.
     Quelle sale così belle ed allegre, quei corridoi così bene adorni di disegni delle nostre scuole, quel cortile, e quella gradinata ricordano che tutto fugge in questo mondo.
     Gli operai dovunque lavorano allo sgombro; bisogna sgombrare, bisogna incassare, bisogna spedire in Aquila.
     Fino dal giorno 9 si è stabilito nella sala della mostra forestale l'ufficio della Camera di commercio per la spedizione dei prodotti in Aquila.
     Ma com'è triste rivedere quei locali che furono per 35 giorni il più geniale convegno di dame leggiadre e di eleganti cavalieri.
     Oh! com'è doloroso il vedere nuda quella piccola galleria del lavoro, messa su dall'Ortolani, dove dei bravi operai lavoravano sui telai con tanta precisione e senza distrarsi alle mille domande che loro rivolgevano i visitatori.
     Ma un senso vero e profondo di dispiacere l'han dovuto provare tutti quelli che, chi per un verso chi per un altro, spesero tempo e fatica per l'esposizione.
     Essi avranno esclamato con Heine:
     «Ahi, tutto ciò che è bello
     E amabile si sfronda,
     E cade nell'avello!»
     Hanno però questo conforto, di aver reso cioè un grande servigio alle classi operaie, eccitandole al lavoro ed alla gara, e di avere perciò benemeritato della patria.

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     E' stabilito che il 28 corrente avrà luogo la inaugurazione della Solmona-Roma con l'intervento di parecchi ministri.
     Solmona si prepara degnamente a questa festa, e, fra le altre cose, ha invitato la banda comunale di Roma.
     Fra la Società FF.MM. ed il Governo sì sta concretando l'orario, che fra giorni uscirà in forma ufficiale.
     Sembra che per ora vi saranno due sole corse, di partenza da Castellamare; l'una al mattino, alle 6; l'altra, alla mezza, dopo l'arrivo del diretto.
     Laonde, per i teramani, è comodo il partire alle 9 ½ del mattino, per arrivare a Roma tra le 7 e le 8 della sera.

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     Con l'apertura della Solmona-Roma noi crediamo che si debba vedere se non sia il caso di provocare un cambiamento d'orario nella linea Teramo-Giulianova.

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     Sono stati due giorni di funebre scampanio al Duomo per la morte di un canonico della cattedrale, il povero Vetuschi, a cui anche noi auguriamo la dimora dei buoni.
     Ma dobbiamo far voti, per la pace delle nostre orecchie, che non abbia morire più un canonico, per non essere rattristati dai frequenti rintocchi.
     Se Monsignor Fabbri ordinasse ai campanari di avere maggior pietà pel pubblico, non farebbe male. Già si andrebbe in paradiso per la stessa via.

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     I signori di Nardo e Dati avendo rinnovato gli addobbi per illuminazioni pubbliche, si fanno un dovere dichiarare essere disposti ad accettare qualsiasi incarico.

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     Questa sera si passerà in Sambenedetto una serata deliziosissima.
     Essendo di passaggio per Senigallia la rinomata banda di Pianella, è stata invitata a dare un concerto in quello stabilimento, e figuratevi che successone avranno i diavoli rossi. Squartini prepara luminarie e fuochi, e tutto fa sperare molto concorso dalle spiagge limitrofe.

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     La signora Giulia Barra vedova del compianto Procuratore del Re Virginio Capucci, dopo avere singolarmente ringraziato tutte le Autorità, Magistrati, funzionari ed amici che presero parte al suo lutto, esprime anche pubblicamente la sua profonda riconoscenza a tutti coloro che le indirizzarono condoglianze per la immatura perdita dell'adorato suo consorte, verso il quale tante prove di simpatia e di stima diede questa nobile Città.

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     Il giorno 12 corrente il sig. Nicola Caponetti di Penne, si è laureato in Medicina e Chirurgia. Egli, dopo avere luminosamente superato le pruove speciali ha presentato una tesi di chirurgia dove ha esposto un nuovo metodo per la riduzione della lussazione inveterata del capo dell'omero nella varietà intracoracoidea.
     II professore d'Antona relatore di questa tesi, dopo avere indicato il tema della stessa, rivolto alla Commissione presieduta dal professor Cantani, esordì dicendo:
     «Per quanto io abbia cercato, non mi è riuscito trovare nell'accurato lavoro di questo giovane non dico un errore, ma una sola improprietà tutte le idee sono esposte con rigore anatomico, con chiarezza, con ordine veramente ammirevoli, per modo che il lavoro di questo giovane è di gran pregio».
     Dopo queste parole dei Professore d'Antona, che oggi forse è il più eminente fra i chirurghi italiani, è inutile ogni altro commento.
     Soltanto auguriamo al dottor Caponetti bravo medico e valente chirurgo una splendida carriera.