Corriere Abruzzese 1888. In Città e fuori


Pagina 70 di 94       

%



3 Ottobre 1888 – n° 79


     Il pallone di Antonucci ha tenuto desta la cittadinanza per due giorni, domenica e lunedì.
     Antonucci è un piccolo giovinotto bruno, dai baffetti neri, tutto muscoli, nativo di Ancona. Garzone di bottega, ha lasciato questo mestiere da parecchi mesi, e si è dato ai viaggi aerei. Aveva una piccola casetta e l'ha venduta per comperare una mongolfiera.
     E questa egli acquistò per 1400 lire dal capitano Scott, in Bologna, quello stesso che ora sta facendo ascensioni a gaz in Milano.
     Comperato il pallone, l'Antonucci si mise all'opera, con coraggio straordinario, senza guida, senza maestro. Volò a Macerata, in Ancona, a Giulianova, a Città S. Angelo ec. In tutto, con questa di Teramo, ha fatto 23 ascensioni.
     Questa di Teramo però ha prodotto in tutti una grande emozione, per il grave pericolo che ha corso l'aereonauta.

* * *

     Nel pomeriggio di domenica, l'ascensione non fu fatta, perché mentre, in mezzo ad una gran confusione, si gonfiava il pallone, questo si squarciò in tre punti, sicché il pubblico, numerosissimo, specialmente di belle signore che avevano invaso tutt'i primi posti, fu bellamente licenziato, senza che alcuno fiatasse. Solo qualche operaio brillo gridò contro maggioretto e compagni per riavere il prezzo del biglietto, ma la grande moltitudine, buona, troppo buona, se ne andò contenta come pasqua.
     Il divertimento fu rinviato al giorno seguente, in cui l'Antonucci prese a tempo le sue disposizioni, e il gonfiamento procedette regolarmente. Ma, nello slanciarsi per l'aria, il pallone toccò uno dei pali, ai quali era stato legato durante il gonfiamento, e ne ebbe uno squarcio lungo più di un metro, da cui usciva un pennacchio di fumo.
     Allora l'emozione della folla fu immensa. Si credeva che uscendone tutto il fumo, il pallone, per legge di gravità, cadesse di botto e ammazzasse il povero aereonauta.
     Tutti si slanciarono perciò verso la via di S. Giovanni per prendere il largo di S. Giorgio, dove si prevedeva sarebbe caduto il pallone. Infatti, a grande velocità, ma non tale da produrre la rovina che si temeva, la mongolfiera cadde nell'orto Mezucelli, su di un olivo, come un cappello sulla testa di un uomo.
     L'Antonucci che non si era accorto punto dello squarcio prodottosi nel pallone, e librato in aria faceva degli esercizi meravigliosi che lo mettono nel novero dei più bravi ed arditi ginnasti, si accorse però della discesa che avveniva più rapidamente del solito, e quando si avvide di poter saltare, saltò in terra. Forse il non essersi accorto del pericolo fu anche una grande fortuna per lui!

* * *

     L' emozione del popolo fu grande — e non poteva essere altrimenti — alla vista dello squarcio del pallone.
     Alcuni crederono che era stato l'aereonauta ad aprire una valvola, non sapendo che solo i palloni gonfiati a gaz hanno le valvole di sicurezza.
     Ma i più videro la lunga ferita prodottasi al lato superiore del pallone, ed ebbero un gran timore di sciagura.
     Bisognava sentire le femminucce a piangere, a gridare preghiera alla madonna dal Carmine, all'Annunziata, perché non accadesse disgrazia all'Antonucci.
     Quando i popolani giunsero sul luogo della caduta, e videro l'Antonucci ilare e sorridente, non accusando altro che una lieve storta al piede destro, si gettarono tutti ad abbracciarlo, a baciarlo, e poi due di essi, presa una sedia, lo fecero assidere in trionfo, e via per la città con grida di evviva, e con battimani.
     L'ingresso a porta S. Giorgio presentava un bel colpo d'occhio, perchè tutta la genie ch'era nel circo si era riversata nei marciapiedi, e rivedeva con piacere il giovine aereonauta sano e salvo.
     Che però stia attento per un'altra volta!

* * *

     A proposito di ascensioni aeree, in questi giorni è stato qui a visitare gli amici il noto aereonauta H. Blondeau, che quest'anno ha fatto molte e celebrate ascensioni negli Abruzzi, e nel prossimo anno ne vuol fare una memorabile in Teramo, con due palloni in una volta, uno dei quali, ora in costruzione, intende inaugurare qui, mettendogli il nome di «Città di Teramo.»
     All'anno venturo, dunque!

* * *

     Durante le feste dell' Annunziata, abbiamo rivisto con piacere la banda di Forcella, una banda ch'è rimasta storica in provincia, se non altro per la sua vetustà. Questa volta era rafforzata da alcuni bandisti dell'ex banda comunale.
     Un'altra banda arrivata con la prima corsa di domenica, era quella di Giulianova che alla sera diede in piazza dei concerti eccellenti di musica moderna, tra i quali quello sull'Otello stupendamente eseguito.
     Peccato che dovette smettere perché i festaiuoli ebbero la peregrina idea di dar fuoco allo sparo di Spallastorta alle 9, sicché alle 9 ½ si era a casa.
     Più giù di un villaggio!...

* * *

     Giorni fa avvenne un deplorevole fatto, di cui è responsabile l'appaltatore del dazio forense di Teramo.
     Transitavano per la città parecchie centinaia di pecore da macello per trovarsi alla stazione nell'ora della partenza, guidate dal massaro del dr. Dionisi di Pietracamela.
     Erano state vendute in Aquila, con contratto scritto, e pagate in Pietracamela, ed ora venivano spedite a destinazione Ma avevano fatto i conti senza il sig. Manelli che le sequestrò chiedendo il pagamento dalla tassa di 20 lire, oppure 4 pecore.
     Questa pretesa fu dichiarata da tutti inammissibile, e parve così enorme anche all'ispettore di P.S., a cui fu portata la vertenza dall'egregio avv. Palumbi, che quegli mandò le guardie a prosciogliere dall'indebito sequestro le pecore del dott. Dionigi, e ad assistere anche alla partenza delle medesime.
     Sappiamo che il dott. Dionisi farà valere i suoi diritti per i danni arrecatigli, giacché parecchie pecore morirono durante la notte del sequestro, e sappiamo pure che c'è anche un verbale di ribellione alla forza pubblica a carico dell'appaltatore.
     Ma non è su di ciò che vogliamo richiamare l'attenzione pubblica, bensì sulla condizione che vien fatta a questa povera città, così carica di tasse e così priva di commercio, e quasi ciò non bastasse, deve esser fatta segno a soprusi inauditi, fino al punto di vietare ai negozianti di fare transitare le loro merci per la strada di circonvallazione!
     É proprio una enormità.

* * *

     Ieri partiva per Bergamo l'egregio prof. Benetti, traslocato a quel liceo. É una perdita che abbiamo fatto di un valoroso insegnante, e buon cittadino.

* * *

     Stamane partirà il cav. Cristiani, che per otto anni è stato preside rettore del nostro Liceo-convitto, ed ora viene mandato a Benevento.
     Il trasloco di questo funzionario ha sorpreso davvero la cittadinanza, e poiché nel Ministero si continua a fare dichiarazioni lusinghiere ed assicurazioni di fiducia per il Cristiani, dobbiamo quindi ammettere che grave sia stato il torto inflittogli, e si sa che coloro i quali fanno dei torti nell'esercizio delle loro funzioni sono cattivi governanti.
     Il Cristiani era stimato dalla studentesca e dagl'insegnanti per i suoi modi affabili, paterni, sempre conciliativi. Il convitto, sotto di lui, si è fatto più numeroso, e le scuole hanno acquistato sempre più buon nome.
     Benevento adunque fa un eccellente acquisto, ma per Teramo è doloroso distaccarsi da chi per otto anni ebbe ad essere educatore della sua gioventù, solerte, affettuoso, amatissimo.

* * *

     Il giovine concittadino, impiegato alle Dogane, sig. Vincenzo Cochetti, ora in permesso in questa città, ha avuto il decreto di trasloco da Reggio di Calabria in Ancona, a sua domanda.

* * *

     Il prof. Giacomo di Tizio è stato trasferito alla R. Scuola normale di Aquila, ove si è già recato.

* * *

     Si ricorda al pubblico che a tutt'oggi, in casa Siniscalchi, si farà la vaccinazione e rivaccinazione animale gratuita.

* * *

     Il giorno 30 settembre, alle ore 11 a.m. si riuniva nella sede della Società Operaia della città, il Comitato centrale della nostra Federazione operaia. In base a prestabilito ordine del giorno si discusse e deliberò sopra cose di indole puramente amministrativa che riflettevano l'impianto dell'ufficio Federale, pel quale furono approvate le spese strettamente necessarie. Fu pure provveduto per la stampa dello Statuto e Regolamento federale, e rinviato ad altra prossima riunione di provvedere per la formazione dei Sotto-comitati mandamentali e per la Bandiera.
     Per conto nostro, mentre vediamo con piacere che il Comitato sa rispondere alla fiducia in loro riposta dalla Federazione, raccomandiamo vivamente ai membri di esso che risiedono fuori Teramo, di non mancare d'intervenire alle riunioni.