Il Terremoto nella Marsica del 1915


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     Nei punti di intersezione delle fratture sono sorti molteplici vulcani; così l'Etna, Pantelleria, l'isola Giulia o Ferdinandea, Ustica, le Lipari, Stromboli, ultimo il Vesuvio.
     Anche l'Abruzzo è paese purtroppo predestinato ai terremoti violenti in conseguenza del suo gran numero di fratture, con qualcuna delle quali è indubbiamente connessa la recente catastrofe.
     La sezione che viene ora proiettata è dovuta al rilevamento del dotto ed instancabile illustratore dell'Appennino, il mio maestro Prof. F. Sacco. Essa è diretta attraverso all'Appennino meridionale partendo dal Mar Tirreno a S. E. per giungere al Monte Vulture, verso l'Adriatico, a N. O. In essa i differenti segni e tratteggi rappresentano i differenti terreni del sottosuolo, i quali normalmente dovrebbero essere sovrapposti in serie regolare; ma che, in conseguenza dei movimenti in quel punto della crosta terrestre sono invece, come appare ben evidente dal disegno, riproduzione grafica fedelissima di quanto si osserva sul terreno, profondamente fratturati e spostati, con intere zolle completamente staccate. Si capisce quindi che ne debba risultare una regione eminentemente sismica!
     La carta, dovuta pure al Prof. Federico Sacco, e che tengo a far rilevare non fu fatta per l'occasione, ma data già da parecchi anni, segna esattamente con i tratti in nero le molteplici fratture dell'Abruzzo, come già ho detto perfettamente evidenti sul luogo, e ne indica l'estensione, la posizione e la potenza.
     Si può in essa facilmente osservare come due fratture ravvicinate e quasi parallele corrono a poca distanza di Avezzano; un'altra notevole è situata in prossimità di Celano, ecc. Il bacino del Fucino poi più che un antico lago carsico, come da qualcuno è considerato, può ritenersi una regione di sprofondamento intorno alla quale si dispongono varie fratture.