14 gennaio 1915

Il terremoto di questa mattina

In Città
In Provincia
In ltalia

L'Abruzzo in Lutto

Il nemico d'Italia
Teramo nobilissima
Il dolore di Teramo
La Deputazione Provinciale
L'Amministrazione Comunale
L'on. Guido Celli
L'On. Chiaraviglio e l'On. Celli
Nel palazzo di Giustizia
Il Cinema “Eden” per i danneggiati

La Conferenza del Prof. Alessandro Roccati
Dei terremoti, delle loro cause, dei loro effetti e dei possibili provvedimenti per impedirli


CHARITAS (supplemento del 'Corriere' del 14 febbraio 1914)

I più grandi terremoti dall'era volgare ad oggi
Dalla Storia dei Terremoti. I tragici mercoledì della terra
I Fati d'Italia
Aquila ed Ascoli: Il terremoto e S. Emidio
Terrae motus
I Terremoti nel Teramano
La sismicità dell'Abruzzo e la Conca del Fucino
Perché la carità non sia effimera...
La Nuova Sventura
Dormi Bambina!
Terremoti!
Teramo e i terremoti. Ciò che scrisse l'Abate Quartapelle

     "Stamane, alle 7,55, s'è visto l'insolito spettacolo delle strade popolatissime. Mai Teramo è stata così animata come questa mattina. Non era però animazione di gioia, ché in tutti si leggeva il grande spavento provato nel breve giro di pochi secondi. La forte scossa sismica, durata oltre venti secondi, ha ad un tratto dovuto richiamare lo spaventoso pensiero della Morte". Così il Corriere Abruzzese apriva il resoconto del terremoto che la mattina del 14 gennaio 1915 colpì in maniera disastrosa la Marsica, provocando uno dei cataclismi più rovinosi dell'ultimo secolo.
     Per sostenere le popolazioni colpite dal sisma il periodico teramano organizzò una conferenza tenuta nel Teatro Comunale dal geologo Alessandro Roccati. Ad un mese dal sisma invece pubblicò il supplemento "Charitas"
"a beneficio dei danneggiati del terremoto, per costruzione di baracche nel nome di Teramo", i cui contenuti vengono qui proposti.

     Fondato a Teramo nel 1875 da un gruppo di esponenti della Sinistra storica, il "Corriere Abruzzese" fu diretto per più di 25 anni da Francesco Taffiorelli. Alla morte di questi, nel 1901, ne divenne direttore Tommaso Bruno Stoppa, che guidò il giornale per circa un trentennio, fino al 1928, anno della soppressione da parte delle autorità fasciste.



contributo pubblicato nel dicembre 2012

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