Il Terremoto nella Marsica del 1915


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     Al cominciare del 1784, fermata la terra, colmati i mali e rassegnati gli animi alle sventure, il pensiero si volse indietro a misurare con freddo calcolo i disastri patiti. Erano precipitati, in dieci mesi, duecento tra città e villaggi ed erano morti 80,000 persone:
     Risorgeva, intanto, tutto il mondo delle cose perdute e l'umanità si rimetteva di nuovo in cammino senza poter penetrare il segreto della terra, che nutre gli esseri e li distrugge.
     R. SABELLI


Alba Fucense: la Chiesa di S. Pietro (sec. IIIX)

     E che vale che qualche volta il vortice travolga? Per un popolo forte, come quello d'Italia nostra, basta un'ora di raccoglimento, una pausa feconda, una vigilia di riposo. L'immane disastro ha spento per un giorno il sole, ha fatto tremare tutte le vene, ha curvato tutti i cuori. Domani il nostro desiderio sarà più acuto, saranno riattivate le fonti della vita, sarà più corruscante l'italico sole.

     Come la fronda che flette la cima
     Nel transito del vento, e poi si leva
     Per la propria virtù che la sublima.

     E il Governo della Patria, dopo l'ora dello sconforto, ha ripreso il suo cammino di vita.
     P. VERDESCA

I Fati d'Italia

     La convulsione tellurica che ha spento così tragicamente 30.000 vite umane, nella ubertosa Italia centrale, ha dato occasione di far pensare a molti che possa intralciare le decisioni del Governo nei rapporti con la conflagrazione internazionale.
     Rastignac, il valente giornalista italiano, ha severamente ammonito l'altro giorno, nel suo poderoso articolo della Tribuna.