Il Terremoto nella Marsica del 1915


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     Ed è appunto del cuore e della carità di questo popolo che noi sentiamo tutta la poesia, insieme però - perché non dirlo? - con dubbi e preoccupazioni per l'avvenire.
     Oh, la generosità del popolo italiano! Non vedete quante sottoscrizioni, quante offerte, quante opere di beneficenza per i poveri superstiti del terremoto? È con vero e sincero slancio dell'anima che cittadini di ogni ceto contribuiscono alla grand'opera della carità. E il nostro giornale - da parte sua - non vorrà essere secondo a nessun'altro in questa nobile gara di filantropia e di patriottismo.
     Ma pensate !
     Il popolo italiano è generoso perché si commuove facilmente, ma pure facilmente dimentica i suoi entusiasmi e le sue commozioni e ridiventa presto indifferente. È questa la caratteristica della razza.
     Non ricordate come i soldatini di Libia furono cantati in cento carmi e celebrati in mille prose? Eppure, tornati a casa, i baldi giovani ridivennero gli analfabeti, gli straccioni e spesso i delinquenti, nel giudizio di coloro stessi che li avevano ammirati nella modesta giubba di soldato...
     Ma più palpitante esempio ci viene dal ricordo del terremoto di Messina. Anche allora, anzi allora più di oggi, da ogni parte arrivarono offerte e doni e tutto il mondo contribuì a lenire gli infiniti dolori. Ma pur con tanto slancio e tanta buona volontà, dove andarono a finire le ragazze sopravvissute al terribile flagello? Perdonate, gentili lettrici, alla nostra rozza prosa, ma noi dobbiamo far coro al grido del nostro illustre amico Piero Delfino Pesce e reclamare dalla società, «per la trentaquattromilionesima che ci spetta», una carità non effimera ma duratura a favore delle fanciulle superstiti, ché altrimenti sarebbero dannate al destino delle loro compagne di sventura messinesi e calabresi e andrebbero a popolare i bassi che apronsi quando il sole si nasconde, ove farebbero spietata concorrenza alle professionali sacerdotesse di Venere, portando nell'esercizio della fatale degradazione una nuova funeraria mestizia che, mentre salva il pudore delle loro anime, sferza a ragione la carogna insensibile della nostra società incarta pecorita!