Il Terremoto nella Marsica del 1915


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     Pure non ricorderemo con ciò il solo canto della ginestra dell'infelice di Recanati, se un fiore può rallegrare il deserto! Nei tempi antichi, per un terremoto, un tempio greco fu salvato dai ladri, in tempi non molto lontani da noi, dopo i terremoti, erano i ladri che rubavano i tempii. Nella superstizione e nella delinquenza nessun senso di solidarietà umana. L'alba del 1915 dice invece ai superstiti ancora atterriti: Ciò che il terremoto distrusse edificherà il cuore del mondo!... I forti non temono i disastri, e risorgono anche fra i rottami di città perdute. Non senza un perché Victor Hugo pei lottatori del Nord disse: Gli olandesi rubarono al mare un mondo!
     Antonio De Filippis


Teramo e i terremoti
     Ciò che scrisse l'Abate Quartapelle

     Da una pubblicazione del celebre Abate Quartapelle togliamo il seguente brano:
     «Questa città di Teramo, sebbene non sia fornita delle migliori fabbriche, pure per quanto ci costa mediante una lunga tradizione de' nostri Antenati, non ha mai sofferto danno dai Tremuoti. La città di Ascoli, una volta Capitale del Piceno, solidamente e magnificamente fabbricata, distante da noi sedici miglia, gode la medesima nostra avventurosa sorte. Noi non abbiamo alcun rapporto coi tremuoti avvenuti altre volte in Calabria, né con quelli di Napoli, che sogliono specialmente precedere o accompagnare le forti eruzioni del Vesuvio.
     I tremuoti parziali della Romagna da noi non molto lontana, per quanto mi è noto, non si sono mai resi sensibili in queste nostre Regioni. Così fatti fenomeni allora ci vengono a spaventare, ma sempre senza ruine di muri anche i più deboli e sdruciti, quando traggono la loro origine dalle vicinanze di Norcia o da quelle dell'Aquila.»

Tommaso B. Stoppa Dir. respons.
     CASA DEL CORRIERE – TERAMO

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