Tito Livio De Sanctis
L'Assedio di Civitella


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     Passammo per Nereto e giunti a Faraone io rimasi colà, e Campana si recò a Ponzano, villa che dista circa tre chilometri da Civitella, ed ove erano situati il Maggiore Carozzi, Uffiziale di Marina, ed il Capitano Ilario Oberti del 390 Fanteria.
     Nel corso della giornata dal forte furono tirate diverse cannonate alla direzione di Faraone, dove erano i Garibaldini, comandati dal Tenente Colonnello Curci, col quale c'era il nostro conoscente Capitano Nicola Marcone (18) di Chieti. — I Garibaldini risposero con fuoco di fucileria, e veduto un nucleo di briganti nelle vicinanze del convento di S. Maria, vi accorsero, e dopo breve combattimento li ricacciarono in Civitella.
     Il giorno seguente mi scrisse Campana pregandomi di salire in Ponzano, per concertarmi e ricevere gli ordini di quel Comandante Carozzi, mentre esso sarebbe tornato in Teramo per far conoscere al Governo della provincia lo stato delle cose, e così io vi rimasi in tutto il tempo dell'assedio, che può dirsi sia stato messo in qualche regolarità per opera del Maggiore Carozzi e del Capitano Oberti. La forza che aumentava giorno per giorno, e che formò il primo nucleo dell'assedio fu la seguente:
     195 uomini del 2. e 3. battaglione del 29. fanteria; 200 uomini del 24; 120 del 1. 2. 4. reggimento Granatieri e 15. reggimento fanteria ed un drappello di bersaglieri di sedici uomini. Un vero mosaico, al quale per compimento dell'opera non mancò qualche marinaio.
     Questi occuparono il semicerchio del lato est di Civitella, mentre la parte ovest fu occupata dalla colonna dei Garibaldini, detti Sanniti. (19) (d) La guarnigione della fortezza componevasi di gendarmi nel numero di 200, Veterani 91, artiglieri 38, Cannonieri littorali 25, e di oltre 200 briganti, capitanati da Zopito (20) di Bonaventura, contrabbandiere di S. Egidio alla Vibrata, detto Zopinone.

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(18) Nicola Marcone (1821-1897) Originario del chietino, partecipò ai fermenti patriottici che sfociarono nell'Unità d'Italia. Partecipò alla repressione del brigantaggio e all'espugnazione della fortezza di Civitella. Datosi alla carriera politica, si stabilì a Roma e venne eletto deputato per tre legislature. Negli ultimi anni ricevette incarichi ministeriali per reggere le amministrazioni disciolte di Montemurlo e Prato, dove morì. Ricco proprietario di Ripa Teatina, morì in povertà.

(19) (d) Di costoro in uno dei combattimenti un tal Domenico Ottaviani, del fu Nicola, di anni 19, nato in Chieti, fu gravemente ferito in una gamba da una scheggia di bomba: trasportato all'ospedale di Teramo, abbenché si fosse assoggettato alla dolorosa operazione dell'amputazione e ad onta di tutte le cure possibili non poté guarire; morì il 15 dicembre 1860, vi era entrato il 13 novembre.

(20) Anche Supino (Supinone).