Giuseppe Savini
Ricordi della vita di Bernardo Savini


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     Ma una parte di questa scienza attrasse singolarmente Bernardo e fin quasi agli ultimi giorni suoi, e fu quel ramo dell'astronomia che si occupa della formazione degli orologi solari. Erano allora in fiore le dispute sui tempi veri e sui tempi medii, ed egli vi si appassionò assai. Lo veggo ancora adesso in tutte le notti serene studiare il cielo per ritrovarvi la stella polare che doveva dirigere i suoi disegni di orologi. Si provvide di vari libri, ma questi, tuttoché a fondo studiati e perfettamente intesi, non gli bastarono, onde si fe' animo a cercar consigli al Capocci, che allora dirigeva l'Osservatorio astronomico di Napoli, e gli scrisse per ciò una lunga lettera. Di questa si compiacque assai l'astronomo napoletano, e gliene rispose una lunghissima, nella quale lo chiamò collega, dandogli tutte le notizie desiderate, e profferendoglisi per altre che si desiderassero ulteriormente, e mostrando di aver cara la corrispondenza con lui. E così Bernardo poté disegnare vari orologi solari che ancora esistono, e che con la loro esattezza danno prova della scienza di chi li disegni.
     E quanto Bernardo sapesse nelle scienze naturali, tuttoché si sforzasse di non darlo a divedere, lo mostrò ancora vari anni dopo, quando tutti, ed anche i più insigni scienziati, si rallegravano per la prossima fine dell'asciugamento del Lago Fucino intrapreso dal principe Torlonia; Bernardo invece con una meravigliosa preveggenza ne previde i danni. Disse e ripeté spesse volte che per quell'asciugamento la temperatura della Marsica si sarebbe alterata sensibilmente, anzi previde che gli alberi fruttiferi si sarebbero seccati, e che tutti i vantaggi sarebbero stati del principe Torlonia, e nessuno degli abitanti di quella regione.