Vincenzo Bindi
Gaetano Braga da' ricordi della sua vita


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     Mentre lui ed io avevamo raccontato di quelle storie, che fan ridere anche un morente, incontriamo Meyerbeer, il quale gli disse: 'Mio divino maestro, come state?'. 'Oh! lasciami stare, caro Giacomo, sono proprio alla fine dei miei giorni! Figurati che non posso più respirare, e questa notte la tosse mi ha talmente oppresso da farmi sputar sangue. E poi le gambe mi si sono tutte gonfiate...'. Meyerbeer, attonito: 'Fatevi coraggio, maestro mio, spero che tutto passerà, e domani sarò a prendere nuove della vostra preziosa salute'. Partito Meyerbeer, gli domandai: 'Come va che mai mi avete parlato di questi vostri mali?' ed Egli, ridendo sgangheratamente, mi rispose: 'Sto benissimo. Ho voluto fargli piacere, annunziandogli la mia prossima fine'.
     “Quando era assente da Parigi, la nostra corrispondenza durava ininterrotta ed affettuosissima, e se non le avessi regalate assieme a molti suoi ritratti con dediche cortesi, terrei ora più di settanta lettere di lui, di non poca importanza artistica. In quell'anno da Rossini conobbi Adolfo Cremieux, che fu mio intimo e caro amico e che molto amai, Gounod, Michele Levy, Nadaud, il più celebre canzonettista, che, più tardi, insieme a Gounod e a Chardin, il primo compositore della musica, il secondo dei versi, mi regalò la canzonetta per me espressamente composta: Pauvre Braga, charmant garcon, come si dirà con maggiori particolari in appresso. Da Rossini conobbi pure il celebre tenore Duprez, Legouvé, Guizot, Martin, Herold, e tanti altri".