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     Tutto ivi spirava freschezza e gioventù, sicché, rivoltomi a lui, gli dissi: 'Maestro mio, qui non ci sono che due vecchi: voi ed io'. Egli tutto contento mi rispose: 'Mon cher ami, quand on est vieux, il faut se faire soutenir par la jeunesse! A peine mon cuisinier se permet-il d'avoir trenteneuve ans, je le fiche a la porte.' Era il vero gaudente: di statura piuttosto piccolo, ma elegante, sempre amabile e cortese". 
     Con  Brunello,  impresario  della   Scala,  trattò  per  la   rappresentazione  del    Ruy  Blas in  quel    teatro  nella  stagione  del   1866. Dopo viaggi  ed  avventure varie, che non hanno molto  interesse per chi   legge,  ed  una corsa in Lombardia,   dove visse   in  intimità con la nobile famiglia  de'  Duchi Melzi  e  de' Rothschild, si fermò a Varenna per dedicarsi con tutte le forze alla composizione della sua nuova opera. Fu però necessario che Ghislanzoni facesse dei ritocchi al suo Ruy Blas, non essendo riuscito ad averli da Peruzzini, che, del resto, poco dopo morì. Ghislanzoni lo accontentò, e così poté continuare nel suo lavoro. Fu in questa epoca che tornò a Giulianova insieme al fratello Peppino, valoroso pianista, reduce dai trionfi di Pietroburgo, dove godeva la protezione e l'amicizia del Conte Koucheleff, e da Pregny, ospite ed amico del Barone Adolfo de Rothschild. E' indescrivibile la gioia di tutta la famiglia nel rivedere i due amatissimi figliuoli: a Giulianova Gaetano continuò, e poi alla sua prediletta Varenna compì la partitura del Ruy Blas. Ecco come egli graziosamente descrive una piccola scena famigliare:  |