Vincenzo Bindi
Gaetano Braga da' ricordi della sua vita


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     Compiuta la visita a S. Pietro a Majella, che durò due ore, tornò in casa di Morelli e a tutt'uomo si dette al lavoro, desiderando che il suo primo Concerto in sol minore per violoncello ed orchestra fosse degno dell'aspettativa e della sua fama. E il concerto venne organizzato nella sala della Filarmonica in piazza Municipio, ed ebbe come maestro di accompagnamento Costantino Palumbo, allievo di Thalberg, celebre pianista, che Braga aveva conosciuto a Parigi e più volte visto in casa di Rossini, del quale Palumbo era stimatissimo. Il Concerto, al quale furono presenti gli uomini più eletti che Napoli aveva in quel tempo, le più belle ed intellettuali signore dell'aristocrazia e tutti gli Acquaviva, che si trovavano colà, da lui espressamente invitati, ebbe esito lietissimo.
     Assistetti, allora io giovanissimo, a quel concerto, e quantunque sia trascorso oltre mezzo secolo, ne conservo ancora viva la memoria. Egli vi suonò divinamente, magistralmente alcuni pezzi, come la preghiera del Mosè, Casta Diva e la cavatina della Norma, che commossero fino alle lagrime: mai da istrumento musicale venne emessa, con tanta passione, voce così umana, soave, penetrante, da ricercare le più ascose fibre del cuore! Volle poi rallegrare l'elettissimo uditorio, e suonò il Curricolo: in questa singolare e caratteristica composizione, così sfolgorante di colorito, di verve e di brio, le note, nella loro audace e scintillante espressione, par che saltellino a somiglianza del classico veicolo; le corde vibrano sotto l'archetto, come se danzassero e par quasi trovarti presente e prendere parte alla pittoresca, chiassosa e pur tanto simpatica festa del popolo napoletano. Braga vi si mostrò padrone assoluto del violoncello, inarrivabile nella tecnica e nella singolare agilità, doti queste, delle quali voleva che l'artista facesse parco e moderato uso in un istrumento atto, come Egli mi soleva spesso ripetere, più a commuovere, con le sue dolci, delicate e spesso meste note, l'animo umano, che a destare il sorriso e la gioia. Il concerto suscitò il maggiore entusiasmo ed ottenne in fine una vera ovazione. La stampa del tempo ne parlò con effuse lodi ed i critici musicali porsero il loro tributo di ammirazione all'insigne maestro. Vidi Morelli con le lagrime agli occhi per la forte emozione che provava al trionfo del diletto amico.