Vincenzo Bindi
Gaetano Braga da' ricordi della sua vita


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     Ai primi di Marzo, insieme al basso Castelmory, partì per Madrid, e vi restò alcuni giorni, e da questa città si recò a Baiona e poscia a Vittoria, a Salvatierra ed a S. Sebastiano, dove cadde prigioniero dei Carlisti. Ne fu liberato da un ufficiale, che aveva assistito nel 1869 ad uno dei suoi concerti e che apparteneva a nobilissima famiglia di Toledo, una delle più aristocratiche della Spagna. Ritornato a Milano, dopo una breve corsa a Giulianova per rivedere la famiglia e riabbracciare la vecchia mamma, dové assistere alla caduta del Caligola alla Scala per varie contrarietà, ma più per opera del tenore Pandolfini, che non volle, come si è detto, eseguire la parte che gli era assegnata, né cantare all'ultimo atto la romanza espressamente scritta per lui. Ecco come narra questa sua disavventura: (23)
     “Non dimenticherò mai quella terribile notte della prima rappresentazione del mio Caligola alla Scala, che mi decise a mandare al diavolo la composizione teatrale e riprendere il violoncello. Dal secondo atto si cominciava a vociferare un fiasco. Sul palcoscenico mi fuggivano come un appestato; la sola Durand, che cantava benissimo nella parte di un poeta romano, mi faceva buona cera e mi compiangeva. Al terzo atto vidi e intesi Brunello, l'impresario, con Giulio Ricordi stabilire gli spettacoli per le ultime due sere della stagione. Nella sala del teatro, dal buco del telone, vidi varie persone capitanate da Fortis che gongolavano. Capii subito che per me tutto era perduto! Dopo l'opera, scappai dal teatro e m'imbattei in buoni e cari amici miei, verso i quali sento tutt'ora grande riconoscenza.

(23) Per quanto ci siamo adoperati nel riordinare le Memorie di Braga intorno a quaranta anni della sua vita, non abbiamo potuto sopprimere del tutto l'ordine dato alle Memorie stesse dall'autore. Ecco perché qualche volta Egli, quantunque con maggiori particolari, torna a parlare di avvenimenti accennati dinanzi