Vincenzo Bindi
Gaetano Braga da' ricordi della sua vita


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     Amabile e di squisita cortesia e tolleranza verso tutti, in quel Salotto si avvicendarono Alessandro Dumas, Prospero Merimée, il bel conte di Nieuvkerke, tanto prediletto dalla principessa, Sainte-Beuve, critico, filosofo, causeur inarrivabile qualunque argomento trattasse, i fratelli Goncourt, Feuillet, Hébert, Flaubert, Giraud, il grande pittore, Sardou, il celebre romanziere e commediografo, Douret, Ary Schoeffer, l'abate Coquereau, elimosiniere generale della flotta, pieno di spirito spesso caustico, il generale Bougenel, Cauzet, lo storico Zeller, per tacere di tanti altri. Vi comparivano spesso anche Adolfo Thiers, lo storico del Consolato e dell'Impero, già Presidente della Repubblica e il Re Oscar di Svezia, tutte le volte che si recava a Parigi. Tutti vi godevano la più grande libertà e famosa dura ancora la memoria di Saint Gratien, delle feste che vi si celebravano, degli intellettuali convegni, dei concerti musicali che vi si davano con le maggiori celebrità, delle libere discussioni letterarie ed artistiche, che vi si tenevano, e infine di quella gaiezza, spesso rumorosa, che vi regnava.
     Di quell'aristocratico convegno, il nostro Braga fu uno dei più in vista, dei più desiderati, dei più amati, e negli ultimi anni del suo soggiorno in Francia e in momenti difficili, per lui una vera risorsa. A Braga veniva concessa una grande libertà di parola e di moti, non escluso il servirsi, in qualche circostanza, di quel suo caratteristico ed inimitabile fischio, anzi di quell'acuto sibilo, di cui Egli solo conosceva il segreto e “col quale — come scrisse Renato Simoni (26) — chiamava gli amici, conchiudeva parlando ogni suo discorso, e, spesso, chinando il capo, anche qualche pezzo di violoncello, sorprendendo ed ingannando il pubblico nelle sfolgoranti sale, senza che ci fosse il modo di farlo star zitto”. La Principessa il mercoledì, giornata divenuta a causa di questi ricevimenti famosa, apriva, come si è detto, le sue sale a quelli che onorava della sua amicizia. Ma cediamo la parola a Gaetano Braga:

(26) Il ch.mo Renato Simoni nella morte di Braga, scrisse un bellissimo ed originale articolo, nel quale ci dà una viva e caratteristica pittura del singolare carattere ed anche della bontà del nostro illustre concittadino, e ce ne mostra, attraverso il ricordo delle più belle opere di lui, l'ingegno e la fama. (Vedi nelle note bibliografiche in fine del presente volume).