Federico Adamoli
Lo Scudo d'Abruzzo. Tra storia e sport
fasti e documenti di una competizione di motociclismo
(1935-1961)


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     Il pieno riconoscimento organizzativo e sportivo dello Scudo d'Abruzzo si contrappone alla polemica che caratterizza la prima edizione di questa competizione di regolarità, pensata e realizzata per propagandare il motociclismo, favorire gli interessi degli industriali e stimolare di conseguenza anche l'allargamento del mercato.
     Se alla vigilia era stata annunciata la piena ed “entusiastica” adesione delle maggiori marche italiane (ricordiamo che proprio a loro è riservata l'assegnazione dello Scudo) con le quali erano state avanzate le trattative per la partecipazione (Gilera, Mas, Frera, Sertum, Astra, Ariel, Guzzi, Benelli, ecc.), a conti fatti “l'industria specializzata nel regolarismo, quelle sette o otto fra Case e Rappresentanze che attingono dalla regolarità argomenti per vendere i loro prodotti, non si sono presentate alla partenza”. Nonostante le rassicurazioni date dalle stesse all'organizzazione ed alle più alte personalità del RMCI (come al presidente Ugo Leonardi ed al membro del direttivo nazionale Gino Magnani, (18) direttore della rivista Motociclismo) le case costruttrici, dando prova di miopia, disertano completamente l'appuntamento teramano. La gara fortemente voluta dai gerarchi di Teramo proprio pensando alla partecipazione delle case, si risolve in una battaglia tra isolati. (19)
     L'assenza viene stigmatizzata dalla stampa, ed in particolare l'inviato speciale del Littoriale Fidia Mengaroni non manca di polemizzare con un vivace trafiletto intitolato “Scandalo”. Il “grave errore commesso con la diserzione” viene stigmatizzato anche dal segretario del CONI Vaccaro, il quale pensa che le case “non abbiano capito la vera portata dello Scudo di Abruzzo. Evidentemente gli industriali si preoccupano dell'immediato e non guardano al domani. Non essere venuti qui a seminare, è un torto e una prova di poca previdenza”.

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(18) Gino Magnani (1886-1970) dopo aver lavorato al Touring Club di Milano fondò la rivista Motociclismo nel 1914 con scarse disponibilità e mezzi artigia nali, assumendone la direzione, che mantenne fino al 1964. Partecipò alla prima guerra mondiale come soldato motociclista.

(19) Si pensi che nel regolamento della gara sono elencati numerosi trofei riservati alle case costruttrici, come il Premio di Eccellenza “Coppa Segretario Federale di Teramo”, la Targa “Il Littoriale”, la Coppa “Il Mezzogiorno Sportivo”, la Targa “Motociclismo”, il Premio la “Gazzetta dello Sport”, la Coppa “Lega Navale Teramana”.