Federico Adamoli
Lo Scudo d'Abruzzo. Tra storia e sport
fasti e documenti di una competizione di motociclismo
(1935-1961)


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     Considerati gli scopi propagandistici con i quali le autorità fasciste locali hanno pensato la realizzazione della manifestazione, l'assenza degli industriali viene giudicata un vero e proprio affronto. Il Solco nel mese che precede lo svolgimento della manifestazione in un corsivo (20) sottolineava il “grande valore di propaganda” dello Scudo e non mancava di mettere in luce la “nuova vitalità di tutto il Fascismo provinciale, vitalità che si traduce in opere in tutti i settori non escluso quello sportivo”. E' naturale quindi che si pensi anche agli interessi degli industriali, esponendo le piene ragioni che ne avrebbero giustificato la presenza, perché “se c'è una regione dove la moto può rendere a tutti servizi incalcolabili, date le caratteristiche delle sue strade, è appunto l'Abruzzo”.
     All'indomani della prima edizione dello Scudo i destinatari delle più aspre critiche non sono solamente le case costruttrici, dato che vengono presi di mira anche i soliti benpensanti e borghesi, i coloro dei dove andiamo a finire? evidentemente non allineati al più puro spirito fascista, ma che invece considerano un sintomo di decadenza la crescente fortuna dello sport. Ecco quindi che Il Solco se la prende anche con “questa brava gente” che “non capisce niente e dimostra anche una certa ignoranza in quanto le civiltà, a cominciare da quella greca, hanno sempre tenuto in gran conto la salute del corpo, la bellezza delle competizioni sportive. […] La politica delle palestre e dei campi sportivi […] non ha meno funzione di quella delle strade, delle scuole, delle opere pubbliche. Il Fascismo è una rivoluzione totalitaria: Benito Mussolini è così in alto da vedere il completo panorama dei bisogni del popolo italiano. Uno degli aspetti caratteristici della Rivoluzione delle Camicie Nere è proprio questa rivoluzione sportiva per la quale tutto il popolo italiano è insieme spettatore e attore di cose sportive. Lo sport non è soltanto salute per la razza, ma scuola di coraggio, di disciplina e di lealtà. In questo grande quadro il motociclismo ha avuto il suo incarico: preparare gli italiani nella pratica meccanica. Un soldato che sappia andare in motocicletta può essere impiegato utilmente, è insomma un soldato più completo, più soldato dei nostri tempi”. (21)

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(20) Cfr. Il Solco del 1. giugno 1935, p. 3.

(21) Cfr. Il Solco del 22 luglio 1935, p. 4.