Federico Adamoli
Lo Scudo d'Abruzzo. Tra storia e sport
fasti e documenti di una competizione di motociclismo
(1935-1961)


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     Il comitato organizzatore presieduto dal segretario federale Vittorio Cortiglioni, (40) in piena opera presso la sede di piazza Vittorio Emanuele, lavora alacremente per la riuscita del nuovo Scudo che, inserito nel calendario nazionale, si svolge in un'unica giornata il 17 luglio, e può contare su un montepremi di circa diecimila lire (grazie anche al sostegno finanziario dell'Ente Provinciale del Turismo) e numerosi premi, (41) raccogliendo l'adesione dei più noti centauri italiani, ben conosciuti dagli appassionati teramani, con un lotto di 42 partenti tra i quali figura anche Berardo Taraschi, ormai lanciato verso una luminosa carriera agonistica. Il nuovo regolamento della gara prevede le seguenti categorie: la categoria A, suddivisa in classe A (fino a 250 cc.) e classe C (da 250 a 500 cc.) e la categoria B (motocicli con carrozzino fino a 1000 cc.). (42)
     Le previsioni della vigilia sulla partecipazione sono confermate dalla iscrizione di 22 piloti per la classe 250, 12 nella classe 500 e 8 nelle motocarrozette. Dopo il ricordo del centauro Mario Benigni, uno dei grandi nomi del motociclismo sportivo, campione nazionale della Milizia della Strada e vincitore del circuito di Civitella del 1937, deceduto nel corso di quell'anno, alle 15,35 viene dato il via ai concorrenti della classe A dal generale Leonardi, presidente della RFMI.
     Nelle 250 si registra il dominio assoluto del piacentino Emilio Soprani su Benelli, che nonostante la non felice posizione nello schieramento di partenza, guadagna rapidamente la testa della gara, compiendo gli oltre 96 chilometri (43) con grande regolarità; dopo aver superato Leo Lorenzi che corre su DKW, l'unico che nelle fasi iniziali della gara era riuscito a impensierirlo, Soprani controlla agevolmente la gara. Anche le posizioni dietro il vincitore si delineano chiaramente. E' mancato in questa classe il duello che si prevedeva tra Soprani ed il veronese Lorenzi che non avendo trovato il carburante adatto per la sua nuovissima moto ha preferito ritirarsi. Tra gli iscritti alla classe 250 figura anche il teramano Domenico De Felicis su Benelli il quale disputa una gara coraggiosa, nonostante le noie tecniche che lo costringono ad ogni giro a fermarsi ai box.

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(40) Figurano nel comitato i camerati Giuseppe Montani, Rodrigo Gammelli, Gustavo De Marco, Lorenzo Sorgi, Tobia Mattucci, Giovanni Micheli, Eugenio Fantaconi.

(41) Tra i premi figura anche un diploma con medaglia d'argento offerta da Mussolini, con la sua firma autografa.

(42) Per i vincitori delle tre gare è previsto un premio rispettivamente di 1000, 1500 e 1000 lire.

(43) Rispetto a quanto annunciato la lunghezza della gara risulta diversa per le 250 e le 500, che compiono 8 volte il circuito di 12 chilometri (invece dei 10 e 12 giri previsti inizialmente).