Federico Adamoli
Lo Scudo d'Abruzzo. Tra storia e sport
fasti e documenti di una competizione di motociclismo
(1935-1961)


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1957. Una nuova sospensione

     12 maggio 1957. L'opinione pubblica italiana rimane profondamente colpita dal gravissimo incidente verificatosi nel corso dello svolgimento della celebre Mille Miglia, evento automobilistico di livello internazionale, di grande popolarità tra gli sportivi italiani. Il 29enne aristocratico pilota spagnolo Alfonso De Portago, impegnato in un lungo rettilineo in provincia di Mantova, lanciato a circa 250 chilometri orari, a causa dell'improvviso scoppio di uno pneumatico, finisce con la sua Ferrari in un fossato, e ne fuoriesce piombando e schiantandosi sul ciglio della strada, dove sono assiepati numerosissimi spettatori. Il bilancio è terribile: oltre al pilota e al copilota di nazionalità statunitense, il giornalista Edmund Gurner Nelson, perdono la vita nove spettatori, tra cui cinque bambini (oltre a numerosi feriti).
     A seguito dell'incidente riesplode la polemica sulla pericolosità delle gare motoristiche di velocità disputate su strada e seguite sempre da un foltissimo pubblico. Già durante il Fascismo la Mille Miglia era stata sospesa a partire dal 1939, proprio per la sua pericolosità, (81) per poi riprendere a partire dal 1947. L'incidente del 1957 cancellò invece per sempre la mitica corsa. (82) Due anni prima si era già verificato lo spaventoso incidente durante la 24 Ore di Le Mans nel quale avevano perso la vita 84 persone, con 120 feriti. L'incidente più grave nella storia dell'automobilismo determinò l'abolizione di moltissime competizioni in tutto il mondo (la stessa Coppa Acerbo in quell'anno non fu disputata).

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(81) L'anno precedente si era verificato un gravissimo incidente nei pressi di Bolo gna, con dieci morti, tra cui sette bambini.

(82) L'incidente rischiò anche di ripercuotersi pesantemente sulla casa costruttrice della Ferrari, a causa delle richieste di risarcimento da parte dei parenti delle vit time, che ricaddero sullo stesso Enzo Ferrari, che da qualche tempo si era dedi cato alla costruzione di auto da corsa. Dopo l'incidente le tre macchine di Mara nello partecipanti alla Mille Miglia furono poste sotto sequestro per eseguire le necessarie perizie sugli pneumatici. Ferrari riuscì a salvare la sua azienda grazie al risarcimento accordato dalla compagnia assicurativa e ad un suo contributo personale.