Pietro Terribili
Le Spoglie Mortali si debbono cremare o sotterrare?


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     E la natura in generale che consacra ai morti quell'istinto di propria conservazione, il quale reclama altamente il bisogno che si consegni il cadavere umano in luogo, ove la sua dissoluzione avvenga indipendentemente dall'opera e dalla mano dell'uomo, cioè alla terra, la quale, come vedremo, non è soltanto il miglior dissolvente naturale dell'umana materia, ma rappresenta anche per via di natura come il seno materno, che dapprima la ricetta, eppoi la ricopre col suo manto pietoso. Redditur terrae corpus, et ita locatui et situm quasi operimento matris obducitur (Cic. De leg. II.)
     Sublime idea! Non sono forse conosciute e non ispirano un senso di dolcissima melanconia i canti veri, così patetici, che erompevano ed erompono dai petti dei più celebri poeti, e prosatori antichi e moderni, nei quali s'inneggia alla terra, come avente qualcosa di mite, di pio rapporto coi defunti? Che se le case servono così bene a difendere i vivi, perché quella stessa terra di cui queste son composte non potrà naturalmente difendere i poveri morti?... E poi quel medesimo sacro ribrezzo che vi inspira un cadavere, non vi impone quasi un dovere di non toccarlo? Entrate nella camera dove giace un morto! Silenzio!... voi stesso camminate a punta di piedi, voi trattenete il respiro quasi per non destarlo, imponete agli altri col dito alle labbra di tacere, di far piano, l'occhio vi corre alla mesta lampada che rischiara tutto all'intorno tranquillamente e getta di traverso la fioca sua luce sul bianco volto del morto!... Silenzio!.... Dio mio che è quello che si prova?.... É il rispetto che si deve al cadavere e per conseguenza l'indignazione che vi assalirebbe contro chi osasse farne strazio!.... E se la giacitura di un corpo privo di vita è quella di un dormiente, quale necessità naturale di far violenza ad un cadavere, assoggettandolo alla tortura delle fiamme, mentre l'ossequio innato vi costringe a non toccarlo, a deporlo dopo diligentemente accomodato in luogo riservato, così come naturalmente giace? La stessa consistente struttura del corpo umano, non permette di paragonarlo ad un tronco di albero, che è di natura esca al fuoco. Prendete un fascio di legna, gettatelo ad ardere, e dopo pochi minuti esso è ridotto ad un mucchio di cenere. Fate lo stesso del corpo umano, esso si annerisce, si divincola, si contorce, vuol togliersi da quel martirio: voi lo inchiodate nella macchina crematoria con fili di metallo, ma egli prosegue a protestare orrendamente e non brucia: voi vi stizzite contro la sua ostinazione, procurate una temperatura più elevata, elevatissima, e il nemico è debellato. Eccolo un pugno di polvere!