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Di più il vero credente, sebbene distingua nell'uomo il corpo dallo spirito, sebbene soggioghi allo spirito il corpo, come servo al padrone, lo nobilita però e lo solleva ad altissime dignità, in quanto egli è istrumento, anzi compagno dello spirito in quelle operazioni in cui l'uomo coopera ai sublimi disegni dei Supremi ed Alti Voleri. Di che egli ottiene dignità inestimabile per la stretta congiunzione con lo spirito onde è informato, e per la indispensabile necessità che ha questo di usare liberamente lo strumento del corpo. Tutto l'uomo dunque, nello spirito e nel corpo, è oggetto sacro e venerabile nella gran dottrina. Inoltre, seguendo sempre la Sapienza del Grande d'Aquino, gli esseri costituiti di materia e forma, ricevono dalla forma i perfezionamenti e ritraggono dalla fragile materia i difetti. Perciò, riguardo alla forma, bisogna ammettere che la corruzione, la decrepitezza, la morte ed altri simili amari difetti, sono contro natura, ma non così se li riferiamo alla caduca materia, giacché ogni essere è determinato dall'ordine della causa alla quale appartiene. Quindi apertamente ne segue la curruzione degli enti naturali, devesi ritenere assolutamente naturale, quando succede in virtù dei principi che son proprio della materia, benché avvenga allora contro le tendenze della forma, a cui non sarebbe naturale la corruzione che in una maniera indiretta ed accidentale. |