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PANNELLO n. 1 - Silvi Paese - Piazza Largo della Porta
(ENGLISH TEXT)

Il Castello di Silvi
(con introduzione all'archivio storico Comunale)
(1799-1925)

A febbraio del 2006 è iniziato l'intervento di recupero spolveratura ordinamento e inventariazione informatizzata dell'archivio Storico Comunale di Silvi. L'intervento il cui costo complessivo è stato di Euro 6.000 00 è stato affidato a un archivista esperto nel riordino di archivi storici e ha garantito la salvaguardia di questo bene culturale che fino a ieri era ubicato sul pavimento di un deposito esposto negli anni ai danni provocati dall'incuria dalle intemperie e dal tempo. Purtroppo tante sono state le dispersioni. già durante lo sfollamento delle zone costiere in seguito ai bombardamenti dell'autunno del 1943 come si deduce dai documenti conservati in archivio lo stesso fu smembrato e trasferito in alcuni uffici a Silvi Paese a S. Silvestre e Atri. Si può supporre che parte di queste carte siano andate perdute o non siano state mai recuperate. la documentazione più antica (medioevo) che riguarda il Castello di Silvi compreso il fondo diplomatico (pergamene) è conservato nell'Archivio di Stato di Teramo (Corti Feudali di Silvi fasc. 1 e voll 5 1795-1807) nell'Archivio Capitolare di Atri (Pergamene dal sec. XII al sec. XVIII) nell'Archivio Curia Vescovile di Atri (Cartella di Silvi) nell'Archivio Comunale di Atri (Fondo di Bozza e Silvi) nella Biblioteca Comunale di Atri (Libro dei debitori del comune sec. XVI e pergamene dal sec. XIII al sce. XVI).
Quest'anno è stato presentato un progetto a finanziamento regionale che prevede il recupero dove possibile del materiale di proprietà del Comune e la riproduzione attraverso scansioni foto riproduzioni e filmatura delle carte che riguardano il Castello di Silvi ma non sono di proprietà del Comune.
Nonostante le dispersioni e le presumibili distruzioni il materiale conservato in quest'archivio resta una fonte primaria e privilegiata di conoscenza un punto di partenza per scrivere la storia individuale e collettiva. Basti pensare agli atti di stato civile (nascite morti matrimoni e cittadinanze) indispensabili alla ricostruzione del nostro albero genealogico al catasto dei terreni e fabbricati per la ricostruzione della toponomastica e dei possedimenti agli incartamenti relativi alla Grande Guerra con gli elenchi dei dispersi dei morti dei reduci e di coloro che sono tornati dal fronte ai contratti di compravendita degli arenili di Silvi Marina ai progetti di costruzione delle grandi opere pubbliche. L'archivio rimane un punto di partenza per chiunque voglia farsi mediatore della propria cultura per gli storici esperti e per chi la storia non la vuole leggere solo sui libri ma la vuole ricostruire tramite i documenti il recupero di un archivio storico comunale la creazione di una struttura che lo ospiti e che permetta agli utenti di fruirne è sempre un momento di valorizzazione della memoria di tutta la comunità.
Di seguito vengono esposte le riproduzioni di alcuni dei documenti più antichi conservati in archivio. Il primo gruppo di documenti tutti risalenti al 1811 è relativo all'affitto di beni mobili dazi e servizi che il sindaco del Comune di Silvi Salvatore Ajelli affitta attraverso la licitazione (asta) al migliore offerente. Si tratta nello specifico dell'affidamento del servizio di panificazione che viene affidato a Pasquale Di Cesare di Spoltore che si impegna a far si che il pane non manchi mai per qualsivoglia pretesto e che sia del giusto peso ben cotto e di ottima qualità il secondo che affitta: 1° La bottega e le case site nel rione del Capomuro confinanti in cinque membri superiori e tre inferiori 2° La gabella imposta su tutti i venditori di vino i quali saranno tenuti di pagare carlini due per ciascuna salma di vino che venderanno 3° Il dazio sul pesce il cui diritto non potrà eccedere un carlino per ogni centinajo di libbre che sarà esposto a vendita 4° Il pascolo sulle Paludi di pertinenza di questa Università". Le trattative si svolgevano davanti a un banditore che ascoltava le offerte mentre venivano accese in sequenza due candele. Quando la seconda candela si estingueva si decratava il vincitore della gara in base all'offerta più alta prima dell'estinzione della candela stessa. In tutti i documenti è presente il timbro del Regno delle Due Sicilie e quello del Comune "Castrum Silvi". E' interessante vedere come tra le gabelle date in appalto ci sia quella relativa alla vendita di vino alla vendita del pesce e al pascolo nella zona delle Paludi il che testimonia che la popolazione residente nel Castello di Silvi nel secolo XIX si occupava soprattutto di pesca pastorizia e agricoltura.
L'altra sezione documentaria è relativa a pagamenti di censi e canoni ecclesiastici su beni e terreni siti nel Comune. Si tratta di rogiti notarili confluiti nell'archivio storico conseguentemente alla soppressione delle antiche Congregazioni di Carità le cui competenze furono ereditate dall'Ente Comunale di Assistenza (E.C.A.) nato nel 1937. Di questi il documento più antico è del 1799 (in copia autentica del 1819) in cui si parla di castello di Silvi e non ancora di Comune il che fa presupporre che il Comune nella sua forma moderna sia nato come il resto dei Comuni d'Italia con la discesa di Napoleone nel 1804. I documenti che fanno parte di questa sezione rogati da diversi notai hanno un formulario predeterminato che ha inizio sempre con l'intitulatio (intitolazione) e la datatio (data topica e cronica) "Ferdinando Primo. Per la Grazia di Dio Re del Regno delle due Sicilie e Gerusalemme infante delle Spagne Duca di Parma Piacenza e Castro Gran Principe ereditario di Toscana. Regno delle due Sicilie. Oggi che abbiamo lo trenta 30 giugno milleottocentodiecissette 1817 regnante Ferdinando Primo per la Grazia di Dio Re del Regno delle due Sicilie e Gerusalemme infante delle Spagne duca di Parma Piacenza e Castro Gran Principe ereditario di Toscana".
E' stata esposta inoltre una planimetria dell'abitato di Silvi Paese del 1925 dove il Largo della Porta compare come "Largo degli Alberelli" ed è presente la Chiesa di S. Antonio abbattuta e sostituita con l'omonima piazza fra il 1947-1951.