Federico Adamoli
Felice Barnabei. Lettere a Giannina Milli (1862-1888)


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     Salutate Nando. Partirò fra poco pel Belgio ma spero che la mia assenza da Roma non abbia a durare oltre un mese.
     Accogliete gli attestati dell'antico affetto e credetemi sempre
     Vostro aff.
     FBarnabei


     LIII

     Roma 30 agosto 1885

     Cara Giannina
     Non potete credere quanto dolore io abbia provato nel leggere la vostra lettera del 1 luglio la quale ho ritirata ieri qui in Roma al mio ritorno. Vorrei che foste contenta come voi meritate e veggo che per causa della salute dei vostri cari e per causa di cotesta residenza che non vi può convenire siete afflittissima. Sono dolente di non potervi aiutare in nulla. Prima che diventava Segretario Generale vedevo il Martini tutti i giorni; facevamo sempre colazione assieme e rammentavamo i bei tempi di Pisa dove si può dire che eravamo stati compagni.
     Ma dopo la sua nomina non l'ho veduto più: e nessuno dei vecchi amici l'ha più veduto. Non esce quasi mai dal suo ufficio dove è sempre occupatissimo. Sui principii mi raccomandai a lui per qualche amico comune; ma poi dovei persuadermi che era meglio per me e per gli altri il non disturbarlo. Non mi riuscì di salutarlo prima che io partissi per il Belgio; ed ora tornato qui ho saputo che egli è in Inghilterra. Speriamo che mi si riapra la porta di lui e che io possa spendere non invano una parola per una causa che mi sembra di mia famiglia. Spero altresì che la povera Gigina superi la presente difficoltà.
     Io sono stato nel Belgio nell'Olanda nella Prussia renana e nella Baviera. Ho visto molte città bellissime e molti musei. Giunto a Milano volli correre in Abruzzo per riabbracciare i miei vecchi. Mio padre mi venne incontro fino al punto ove cessa la strada rotabile ed incomincia la via mulattiera... Poiché nel mio paese non si va ancora in carrozza!