ROMANZA

Bello č veder le tenebre
Fugar dal sol nascente
Allor che gaio affacciasi
Dal balzo d'oriente;
Dagli odorosi calici
Spargon profumi i fior,
Tutto il creato un cantico
Innalza al Creator.

Bello pur č la placida
Ora in che il sol si asconde,
E de' suoi raggi l'ultimo
Tremola in sulle fronde;
Torna all'umil tugurio
Lo stanco agricoltor,
Mentre la squilla flebile
Saluta il dė che muor.

Pių bella č ancor la tacita
Notte solenne e bruna,
Schiarata da la pallida
Luce di casta luna;
Sparse le stelle brillano
Pel silenzio ciel,
Trapunto d'oro fannogli
L'ampio azzurrin vel.

Ma pių del sol che vivido
Esce dall'onde fuora,
Pių del gentil crepuscolo
Che langue e si scolora,
Pių assai dell'astro argenteo
Che all'ombre toglie orror,
Dolce mi parla all'anima
Un guardo tuo d'amor.


28 luglio 1847


Nell'albo dell'egregio giovane Gabriele Cherubini

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