Cronaca d'Arte sul "Corriere Abruzzese"

          Il maestro Riccitelli, che tutti conoscono in città, ha dato al Carcano in Milano una sua opera musicale: Maria sul Monte.
          Il libretto, a dire dei giornali, non è poco infelice, ciò che ha nociuto parecchio al maestro, il quale, con l'ingegno e gli studii che ha, avrebbe potuto creare musica veramente grande. Ad ogni modo egli ha dato la più luminosa prova di quello che può. L'Italia ha scritto:
          «L'autore può essere lieto delle manifestazioni colle quali fu accolto questo suo lavoro. Il pubblico, che gli tributò l'onore di un successo assai lusinghiero ed incoraggiante, lo volle quattro volte alla fine del primo atto alla ribalta e ben sette volte dopo il secondo fra insistenti applausi.
          Non a tutti i giovani accade d'aver la fortuna di trovare un editore e non avviene certo neppure di frequente che il pubblico faccia buon viso. Al maestro Riccitelli sono toccate entrambe le fortune. Allievo di Mascagni, dimostra di subire possente l'influenza dell'ultima maniera del suo grande maestro, col seguirne le forme e gli atteggiamenti e col foggiare con indubbia evidenza i suoi intenti ad «Isabeau» ed «Amica». A questa seconda, in ispecie, ha informata la musica di Maria sul Monte con sproporzioni di eccessiva vigoria altisonante d'accento, dalla quale se ha saputo sfuggire qua e là nel primo atto, non ha trovato modo di allontanarsi nel secondo.
          Dotato di qualità non comuni di musicista di elevata coltura, dal tratto signorile e dalla forma aristocratica, abile commentatore della parola nella sua espressione, conoscitore notevole di effetti degl'impasti strumentali e degli svolgimenti orchestrali. Il Riccitelli può vantare di possedere la materia prima dell'operista, quella materia prima che sorretta da altro argomento meno meschino di questo e maggiormente adatto al suo temperamento più lirico che drammatico, sarebbe in grado di dare quel lavoro che crediamo di poter e di dover attendere da lui.»
          Noi ci felicitiamo col caro maestro Riccitelli e gli diciamo: ad majora!


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