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PANNELLO ICONOGRAFICO n. 24
San Marcellino e il "porcellato"

Pochi sanno che a Monteodorisio, antica e vivace località del medio vastese, si venera oltre alla Madonna delle Grazie, famosa ab antiquo nel territorio frentano per i suoi miracoli e meta tuttora di numerosi pellegrinaggi, il protettore San Marcellino martire, giovanissimo prete e infaticabile predicatore, vissuto nel periodo delle persecuzioni contro i cristiani. Proprio per la sua ardente fede venne imprigionato, ma non per questo interruppe la sua opera di evangelizzazione. In carcere, infatti, intensificò la sua azione insieme ad un altro prigioniero, noto come S. Pietro l'esorcista, col quale strinse una profonda amicizia e si adoperò per la conversione dei detenuti e degli stessi carcerieri. Secondo la leggenda poiché si rifiutò di omaggiare gli dei pagani fu torturato, rinchiuso nudo in una buia cella cosparsa di vetri taglienti e il due giugno, condotto in un bosco, fu decapitato insieme al suo compagno. Prima però i due giovani chiesero di liberare il luogo da tutte le spine quindi, scambiatisi il bacio di addio, offrirono il collo ai carnefici. Le reliquie vennero trasportate in Germani a Setigendstad e il 14 maggio 1776, con Bolla autenticata dall'arcivescovo di Chieti, un osso del braccio venne condotto a Monteodorisio.
Il culto di Marcellino e Pietro si diffuse dapprima a Roma dove Costantino fece edificare sulle loro tombe una chiesa nella quale seppellì la madre S. Elena. A Monteodorisio, prese avvio con l'arrivo delle reliquie nella chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista, dove sono gelosamente custodite in un prezioso braccio reliquiario. Nello stesso edificio si conservano anche una tela del XVIII secolo, che raffigura il santo in adorazione della Vergine, e un simulacro ligneo. Sebbene il legame con la Madonna delle Grazie abbia il sopravvento nel cuore degli abitanti, anche la devozione per il patrono San Marcellino è intensa. La sua festa si colloca nella seconda domenica di maggio. Attualmente, la mattina, si svolge la processione per le vie principali del paese accompagnata dalla banda e in tarda serata si assiste ai tradizionali fuochi pirotecnici. L'atmosfera festiva tuttavia si respira già dalla settimana precedente quando si inizia a preparare il "Porcellato", un dolce tipico, simile ad una pagnotta rotonda di circa un chilo, di colore scuro, che al centro si apre come un fiore, assumendo una tonalità più chiara. I pani vengono depositati nella chiesa parrocchiale dove vengono benedetti, portati in processione e, a conclusione della cerimonia, venduti ai fedeli. I più anziani, che tendono a conservare la tradizione, amano consumarli intinti nel vino.