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De Cesare Amalia
maestra comunale, S. Egidio alla Vibrata (28-1-1903)

La triste fine di una buona maestra. — Io vidi un'annorosa quercia, abbattuta dal turbine, giacente a terra, sul suolo ancora molle di pioggia e di fango, sotto gli iridei colori dell'arco baleno, colle forti, aggrovigliate radici divelte e contorte come nello spasimo terribile delle convulsioni estreme, e dissi: «ecco un forte vinto da uno più forte!» e passai oltre. Io vidi la furia dei venti danzar sulla groppa di foschi destrieri, innalzar spumanti e mugghianti l'onde del mare, afferrar la chioma agli alberi e piegarli e strapparli, ed udii gli schianti repenti dei fulmini squarciare con tocchi di fiamma le viscere alle roccie millenarie, e dissi: «sono gli elementi scattati in lotta! » ed attesi la calma loro imminente. Io vidi dapprima i larghi vauni concentrici dello sparviere e poi il fulmineo suo piombo a terra e il rapido levarsi in aria con una misera tortorina fra gli adunchi artigli e udii poco lontano il fioco pigolio e vidi il protendersi ansioso dal nido degli spalancati beccucci degl'implumi figlioletti, e mi commossi e dissi: «morte verrà, non più la mamma vostra!».... Così dissi fra me, nell'immenso cordoglio che mi montava alla gola e mi agghiacciava il cuore, quando vidi composto sul letto di morte il freddo cadavere di Amalia De Cesare, mentre dalla stanza attigua si levavano alte le grida ed i pianti dei teneri figli e degli altri parenti ed amici accorsi in fretta. Amalia De Cesare venuta giovanissima da Teramo sua patria in S. Egidio alla Vibrata a coprire il posto di Maestra elementare comunale, con nessun altro corredo che quello delle migliori virtù, di un eletto ingegno e di una fiorente bellezza, era riescita in 30 anni di incensurato insegnamento a circondarsi d'una larga

(segue...)