Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Entusiasmato, Porcellino corse verso Tripitaka agitandosi come un epilettico: "Maestro, è proprio vero che il cielo sa ricompensare i suoi. Qui c'è una persona che viaggia apposta per nutrire i poveri monaci. Intanto, chissà dove sarà andata a perdere tempo quella scimmia, con la scusa di cercare pesche; che d'altronde, a mangiarne troppe, fanno borbottare la pancia e procurano diarrea."
     "Non scherzare, balordo!" lo rimproverò Tripitaka che non poteva credergli. "Non abbiamo incontrato nessuno da quando ci siamo messi in cammino. Da dove uscirebbe un donatore?"
     "E invece, maestro, eccola qui."
     Come la vide, Tripitaka balzò in piedi e le si rivolse giungendo le mani sul petto: "Da dove venite, cara donatrice? Qual'è la vostra famiglia? Come mai avete fatto voto di nutrire i monaci?"

     Nemmeno il maestro era capace di scoprire con chi aveva a che fare. La diavolessa assunse un'aria ipocrita e un tono mielato: "Queste montagne, temute persino dalle belve e dai serpenti, si chiamano la Catena della Tigre Bianca. Noi abitiamo ai piedi del loro versante occidentale. I miei genitori sono dediti alla lettura dei sutra e alle opere buone, e fanno offerte generose ai monaci di passaggio. Prima che nascessi, avevano pregato lungamente gli dèi di concedere loro dei figli. Mi avrebbero trovato un buon partito lontano da casa, se non avessero temuto di restare senza sostegno nella vecchiaia; perciò hanno preferito scegliere un genero che si adattasse a entrare nella nostra casa e si impegnasse ad assisterli."


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