| 
Non vedevano gli occhi quanto il male è attraente,
 Le orecchie non udivano le parole lascive.
 Oro, perle, broccati, il viso che lusinga
 Per lui son spazzatura. La sua sola passione
 Nella vita è votarsi alla meditazione.
 Mai non lasciò il suo Buddha; come potrà apprezzare
 Pelle liscia di giada e profumo di donna,
 Lui capace soltanto di coltivar sé stesso?
 Se lei, piena di vita, da mille desideri
 Viene agitata, lui se ne sta tetro e inerte.
 Lei tutta tenerezze, lui solo stoppa e ceneri.
 Lei sul letto nuziale si offre lascivamente,
 E lui guarda il soffitto, serrando la sua tonaca.
 Lei, petto contro petto, vuole allacciar le cosce
 Come fenici in estasi; lui sente il desiderio
 Di restar faccia al muro dentro una buia cella
 E sfidar Bodhidharma nell'immobilità.
 
 La donna si spoglia per far apprezzare la sua pelle dolce e profumata; il monaco cinese si copre meglio, per nascondere le sue rozze carni.
 
 
     "Guarda quanto posto c'è sul guanciale e sotto le lenzuola. Perché non ti vieni a coricare?" chiede l'orchessa."Il mio cranio è tonsurato, vesto l'abito monastico: non posso tenerti compagnia" risponde il monaco cinese.
 "Sono pronta a fare come fece nell'antichità Liu Cuicui" dice lei.
 "Il povero monaco che sono non è l'âcârya Chiar di Luna" risponde lui.
 "Sono più bella di Xi Shi" replica l'orchessa.
 "La conseguenza fu che il re di Wu morì e fu sepolto" dice il monaco cinese.
 "Ricordi" dice lei, "i versi:
 Meglio morir tra i fiori
 Che in qualsiasi altro luogo,
 Ed essere un fantasma
 Col gusto della vita."
 "Il mio autentico yang non è tesoro che io possa sprecare per te, scheletro imbellettato."
 
 |