Corriere Abruzzese 1888. In Città e fuori


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14 Aprile 1888 – n° 30


     In una numerosa riunione di cittadini tenuta nella sala dei reduci giovedì sera, venne costituito il Comitato cittadino per la erezione della lapida a Giordano Bruno, e fu nominato a scrutinio segreto una commissione esecutrice nelle persone dei sigg. Costantini comm. Settimio presidente, Guerrieri Vincenzo segretario, e cav. Leoni Vincenzo cassiere.
     Il presidente provvisorio del Comitato, sig. Attilio Corti presidente dei reduci, inviava subito i seguenti telegrammi:
     Deputato Bovio — Napoli
     Comitato cittadino erezione lapida Giordano Bruno, oggi riunitosi, acclamazione invita Vossignoria assistere solennità, patriottica prossimo giugno.
     Presidente provvisorio — Corti
     Deputato Costantini — Roma
     Comitato cittadino erezione lapida Giordano Bruno nominavala suo presidente, esprimendo desiderio affrettare ritorno.
     Presidente provvisorio — Corti.
     L' on. Costantini ha risposto:
     «Ringrazio insigne onore conferitomi, affretterò ritorno — Costantini.»

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     E' stato pubblicato il manifesto del Comizio agrario per la Mostra e Fiera del Bestiame nei giorni 2 e 3 luglio 1888.
     Questa gara però è bandita per il solo circondario di Teramo.
     Avrà luogo nel cosiddetto prato della Madonna, in apposito recinto accessibile per la compravendita.
     Le domande d'ammissione a tutto il 31 maggio.
     Il Comizio agrario si aggrega quale veterinario il Dr. Giovanni Pimpini per l'ordinamento di questa Mostra e Fiera.
     Il manifesto reca le firme di Costantini Settimio presidente, Filippo Delfico vicepresidente, Prospero Celli segretario, e membri Serafino Palumbi, Emidio Cerulli, Francesco de Panicis, Francesco Pompetti, Pancrazio Palma, e Giovanni Pimpini veterinario.

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     E' giunto da Foggia il nuovo direttore della Succursale B. N. sig. Benedetto Bassi.

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     Ricevo e pubblico:
     Montesilvano 11 Aprile 1888
     Gentilissimo Signor Direttore
     La ringrazio sentitamente degli encomi che si è compiaciuta farmi a mezzo del di Lei pregiato giornale per la parte avuta nello scoprimento dell'autore del furto perpetratosi nell'ufficio postale di questa stazione, ma per debito di coscienza devo farle conoscere che il merito principale della riuscita devesi all'opera del sig. Severini Delegato di P. S. di Castellamare, venuto sul luogo col comandante quella stazione di Carabinieri non appena avvisato per telegrafo, al quale spetta la maggior parte degli encomi.
     Ossequiandola distintamente mi creda sempre
     di Lei obblig. servo
     Giudici Augusto
     Capo Stazione Montesilvano

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     É corsa voce che la Società borghese abbia intenzione di prendere l'impresa teatrale per la prossima stagione dell'esposizione.
     Possiamo assicurare che tale voce non ha fondamento di verità. Solo alcuni membri di essa, in mancanza di altri, avrebbero fatto delle proposte al Municipio, ma, poiché oggi è il nostro concittadino cav. Leoni che assumerebbe l'impresa a buoni patti, noi crediamo che non vi sia più ragione ad insistere.
     Una raccomandazione però ci riserbiamo di fare, e questa è che non si debba perder tempo.

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     Il progetto del conte Contin circa il nuovo fabbricato del nostro teatro, comincia a trovare fautori anche nei Comuni. Quello di Campli ha votato 100 lire annue.

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     Una delle sezioni più brillanti della Mostra operaia di Teramo è quella enologica per il numero degli espositori e la qualità dei prodotti che saranno inviati. Eppure non mancano taluni che vanno spargendo la voce che cioè i premii siano stati fin da ora stabiliti. E' superfluo notare che ciò è falso di pianta. La Commissione ordinatrice nominerà il Giury a suo tempo, e chiamerà a comporlo persone competentissime ed integerrime, superiori a qualsiasi influenza.
     Cosi diciamo pure per il Giury delle altre sezioni.

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     L'Abruzzo Agricolo. Sommario del N. 6: Il così detto utile del bestiame. — Cure ai vini rimasti dolci. — Contro la peste delle api. — L'innesto delle viti. — Botti difettose. — Varietà.

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     E' terminato l'inventario dell'eredità di monsignor Milella, la quale non arriva, a calcoli fatti, a 60 mila lire, compreso un libretto della Banca M.P. intestato al suo vicario per 22 mila lire, il vescovo è morto ab intestato.