Corriere Abruzzese 1888. In Città e fuori


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18 Aprile 1888 – n° 31


     II bollettino militare pervenuto qua domenica, reca il trasloco del colonnello cav. Campilanzi al comando del Distretto militare di Teramo.
     Questa notizia è stata appresa con vero rincrescimento da tutta la cittadinanza, perchè ormai questa vedeva nel vecchio e valoroso militare una parte di sé. Se non c'inganniamo, corre l'ottavo anno da che era nostro il cav. Campilanzi con la sua simpatica famiglia.
     Noi gli auguriamo le migliori cose, ma si ricordi sempre l'egregio patriota che i teramani gli hanno voluto bene e seguiteranno a volergliene anche ora ch'egli và nella lontana Reggio di Calabria, ove lo chiama il suo dovere.

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     In luogo del colonnello Campilanzi, verrà qui ad assumere il Comando del Distretto, il tenente colonnello di cavalleria Caserta, sig. cav. Malvotti.

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     Alcuni amici ed ammiratori del sig. Lemmi-Gigli gli offrirono l'altra sera un banchetto, squisitamente servito nel Pellegrino. Un altro banchetto gli era stato offerto, giorni fa, in campagna, dal Consiglio di amministrazione.
     Nel banchetto al Pellegrino il sig. Lemmi-Gigli disse parole affettuose all'indirizzo della cittadinanza teramana, e la commozione che traspariva da tutta la sua persona, indicava che le diceva col cuore.
     Gli risposero de Sanctis, Mazzoni, Muzi di Castellamare, de Michetti, e da ultimo Guerrieri-Crocetti, che ebbe il gentile pensiero di ricordarsi di un congiunto del Lemmi-Gigli, del patriota Adriano Lemmi a cui mandò un saluto. Il banchetto ebbe termine alle 11 pom..

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     Di un'altra nostra conoscenza abbiamo potuto aver nuove nell'ultimo bollettino militare; del capitano Dr. Mosci, il quale è stato promosso maggiore.

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     Lunedì ebbe termine nelle Assise la causa contro il contadino Papirii che tirò una schioppettata al suo padrone sig. Bernardino Gaspari di Teramo nella stessa casa colonica, ove abitava con la sua signora, anche il povero ucciso.
     Assistemmo a bellissime arringhe del cav. Crucioli, del sost. proc. gen. cav. Rosa e dell'avv. Ginaldi figlio; ma il duello, per quanto incruento, altrettanto vivace, fu quello tra il Crucioli Parte civile, e Carlo Ginaldi difensore. L'imputato ebbe 20 anni di lavori forzati.
     Stamane comincia il dibattimento a carico di quel Coppa che poco mancò non assassinasse un impiegato dell' intendenza sig. di Martino, in questa città. Siedono nel banco degli avvocati, B. Montani per la difesa, Ginaldi figlio per la parte civile. Ieri venne costituito il Giury.

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     Il Secolo, e poi i giornali locali, Il nuovo Lario di Menaggio-Lecco, e l'Alpe retica di Chiavenna hanno descritto una bella festa letteraria che in commemorazione del poeta Giusti, ebbe luogo a Gravedona in quel di Como, nel Collegio-Convitto Meletta.
     Vi vediamo notato anche un discorso di un nostro abruzzese, Garibaldo Buceo, che si fa onore, tra quegli ameni monti, per la sua coltura ed attività pedagogica..
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     E' stata fatta una larga diramazione dalla seguente circolare d'invito ai cittadini, che speriamo accorreranno numerosi questa sera :
     «Le presidenze delle Società Cittadine invitano la S.V. a voler intervenire mercoledì 18 corrente, alle ore 7 p.m. all'assemblea che sarà tenuta nella sede della Società Operaia allo scopo di avvisare ai mezzi più adatti per promuovere le feste in occasione della Mostra Operaia.
     «Enrico Alessandrini presidente della società Borghese, Attilio Corti presidente dei reduci pp. bb. e f.t., Nicola Palombieri presidente della società dei muratori, Gaspari Tommaso presidente della società operaia, Olivieri Ferdinando presidente della fratellanza artig., De Rocco Andrea presidente della società pastai, Galterio Giuseppe presidente dalla società calzolai. »

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     Abbiamo sentito molto piacere nel vedere pubblicata la domanda del sig. presidente della Società Borghese, perché ha dimostrato la verità delle nostre asserzioni.
     La Società borghese non si è sognata mai di domandare l'impresa teatrale; essa si è limitata a chiedere 2 mila lire per concorso alle spese delle feste.
     Se alcuni membri di essa in mancanza di altri concorrenti, si offrivano di assumere essi l'impresa, ciò avrebbero fatto a loro rischio e pericolo, ma l'ente sociale non avrebbe avuto nulla a vederci.
     Questo noi dicemmo, questo ripetiamo oggi, affinché la cittadinanza ne sia consapevole.