Il Terremoto nella Marsica del 1915


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     che ricompon la giuba fluttuante.
     I dormenti destaronsi: ogni fronte
     bagnò il terrore, e ad un grand'urlo vano
     le gole, riarse tutt'insiem, fur pronte.
     L'eco triste si spense a mano a mano
     si come in solitudine infinita...
     Fra le macerie qualche grido umano
     fu, quella notte, il segno de la vita.

     E rosea sorse alfin l'annunziatrice
     del dì novello, a la diserta balza
     a far suo lume e a l'ubera pendice
     che vide allor la gente ignuda e scalza
     tra-le ruine errar traendo lài
     a' ciel', dove ogni lacrima s'innalza
     Ma su le fresche rame i trilli gai
     de' passeri cantarono il ritorno
     de l'alba, che fu bella come mai.
     E da' dòmi de l'aer sovra e intorno
     de' derelitti parve a la sventura
     pietosamente arridere quel giorno
     il santo germinar de la natura.

     Boston, Mass., Gennaio 1915.
     SILVIO VITALE

I Terremoti nel Teramano (2)

     Benché qualcuno sostenga che la regione Teramana sia di natura vulcanica e che debba la sua fisionomia attuale a gravi sconvolgimenti geologici in tempi preistorici, pure nessuna traccia troviamo di vulcani, di crateri spenti (se si eccettua un piccolo cono di cenere ancora attivo nel territorio di Mutignano) ne di copiose acque sulfuree o di pozzolana, che sono i veri e proprii segni di una remota attività vulcanica. Abbiamo invece una immensa stratificazione di tufo, calcare, travertino ed altre materie le più strane ed eterogenee (conchiglie, pesci, rami, alberi fossilizzati) depositate nel corso dei secoli da alluvioni e frammiste all'argilla che predomina in tutti i terreni. Una prova palpabile, che è anche uno spettacolo grandioso ed attraente, ce la offrono le scogliere nude dei nostri monti, che sulla via nazionale Montorio-Aquila, si aprono a guisa di immenso anfiteatro in strati regolari alternati di breccia, tufo ed argilla per altezze considerevoli.

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(2) Dall'Araldo Abruzzese, n. 2, 1915.