Voltaire
DIZIONARIO FILOSOFICO


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     Certo, l'apologeta della legge giudaica potrebbe rispondere: «Vi sbagliate: perche' per un criminale che ragionava rettamente, ce n'erano cento che non ragionavano affatto. Chi, dopo aver commesso un delitto non si sentiva punito ne' nel proprio corpo, ne' in quello di suo figlio, temeva per il nipote. Inoltre, se non soffriva oggi di qualche ulcera puzzolente, cui andavamo spesso soggetti, ne avrebbe sofferto nel corso di qualche anno: in una famiglia 90

     piombano sempre delle sventure, e noi facevamo facilmente credere che esse fossero inviate da una mano divina, vendicatrice delle colpe segrete.»

     Sarebbe facile replicare a tale risposta: «La vostra giustificazione non vale niente, perche' accade tutti i giorni che delle onestissime persone perdano la salute o i beni; e se non c'e' famiglia cui non sia capitata qualche sventura, se tali sventure sono castighi di Dio, tutte le vostre famiglie erano dunque famiglie di farabutti.»


     Il sacerdote ebreo potrebbe replicare ancora; direbbe che vi sono sventure inerenti alla natura umana, ed altre che vengono espressamente inviate da Dio. Ma si farebbe vedere a questo raziocinatore quanto sia ridicolo pensare che la febbre e la grandine siano una volta una punizione divina e un'altra un fenomeno naturale. Infine, presso gli ebrei, i farisei e gli esseni accolsero la credenza di un inferno a loro modo: questo dogma era gia' passato dai greci e dai romani, e fu adottato dai cr istiani.

     Molti Padri della Chiesa non credettero all'eternita' delle pene: sembrava loro assurdo bruciare per tutta l'eternita' un poveraccio che avesse rubato una capra. Ha un bel dire Virgilio nel suo sesto canto dell'Eneide:


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