Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Il re diavolo ascoltava e pensava fra sé: "Che strani pretesti! Papà ha sempre seguito una dieta di carne umana in vita sua; perché si mette in testa di mangiar vegetariano, dopo più di mille anni? Capirai quanto gli serviranno quattro giorni di digiuno, dopo tutte le porcherie che ha fatto dalla nascita in qua! C'è qualcosa sotto: questa storia non mi convince."
     Si allontanò con una scusa, convocò i sei comandanti e chiese loro: "Dove avete incontrato il vecchio re, quando gli avete presentato l'invito?"
     "Era a mezza strada da qui."
     "Mi pareva infatti che foste rientrati troppo presto. Il fatto è che non eravate arrivati fino a casa sua."
     "Infatti, è andata così."
     "Male. È un bell'imbroglio: questo non è il re mio padre."
     "Ma vostra maestà" protestarono i sei mostri inginocchiandosi, "almeno voi dovreste riconoscere vostro padre!"

     "Ha il suo aspetto e il suo modo di fare, questo sì; ma dice cose incredibili. Temo che qualcuno ci stia mettendo nel sacco. Stiamo in guardia: chi usa la spada la sfoderi, chi ha la lancia aguzzi la punta, chi usa sbarra o laccio li tenga pronti. Gli farò delle domande. Se è mio padre, non importa se abbia voglia o no di mangiar monaci; ma se le risposte sono sbagliate, quando ve lo dirò, vi dovrete gettare tutti su di lui."
     I diavoli si misero all'erta.
     Il re ritornò nella sala e si inchinò a Scimmiotto, che disse: "Siamo fra noi, figliolo, lascia stare le cerimonie. Dimmi che cosa hai in mente."
     "Il vostro stupido figlio" rispose il re inchinandosi profondamente, "vi ha invitato per il banchetto, ma anche per un altro motivo: volevo porvi una domanda. L'altro giorno ho fatto visita nel nono cielo e mi sono imbattuto nel patriarca Zhang Daoling."


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