Federico Adamoli
EROI TERAMANI. ALCUNI ATTI DI CORAGGIO TRA '800 E '900


Pagina 2
1-5- 10-15- 20-25- 30-35- 40

[Indice]

     Le azioni da sottoporre all'attenzione dell'apposita Commissione permanente2, che valutava e riferiva al Ministero dell'Interno, dovevano essere documentate con l'"appoggio di chiare ed irrefragabili prove" in un atto consolare del Consiglio delegato del Comune, e da un'attestazione giudiziaria dei testimoni oculari presenti al fatto. Una ulteriore e fondamentale azione di accertamento veniva svolta dalla locale sezione dei Carabinieri Reali, ai quali veniva sempre richiesto uno speciale rapporto. Le Prefetture infine erano incaricate di trasmettere la documentazione al Ministero dell'Interno.
     Il suddetto regio decreto stabiliva espressamente quali fossero i casi meritevoli di attenzione, nei quali il cittadino poneva manifestamente a repentaglio la propria vita "per salvar quella di persone esposte ad imminente e grave pericolo; per impedire o diminuire il danno d'un grave disastro pubblico o privato; per ristabilire l'ordine pubblico ove fosse gravemente turbato e per mantenere forza alla legge; per arrestare o partecipare all'arresto di malfattori che infestassero il paese".

     Una volta accordato il riconoscimento, la medaglia veniva trasmessa al Sindaco e conferita all'autore, generalmente in occasione di solennità civili, alla presenza del Consiglio delegato e della Guardia Nazionale. Per l'alto valore morale del riconoscimento stesso, era espressamente prevista la privazione nel caso di condanna penale subita posteriormente dal benemerito.
     La commissione ministeriale che in quei tempi era chiamata a valutare i singoli casi veniva ad incontrare un duplice ordine di problemi, che potevano influire - anche in maniera rilevante - sul giudizio che esprimeva: la tempestività e l'accuratezza dei rapporti che riceveva, elementi che in diversa misura rischiavano di incidere sui criteri di equità distributiva.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]