Tito Livio De Sanctis
L'Assedio di Civitella


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     Gli Uffiziali Superiori ebbero alloggio in casa del dott. Francesco Valerii, gli altri si accomodarono alla meglio, nelle case del Villaggio. Le famiglie Lucidi, Giuliani, Sulpizii, Rosati e Valerii furono degne di molto encomio, pel modo con cui aiutarono e prestarono la loro opera, affine di rendere meno disagiata la vita non solo agli Uffiziali, ma ben anche ai Militari della bassa forza.
     Da Ponzano il Generale si portò a Chieti, dove si trattenne pochi giorni e quindi si restituì in Ascoli-Piceno.
     Nelle prime ore del mattino del 21 dicembre gli assediati nel numero di circa 400, poiché ad essi si unirono circa 200 briganti discesi dalle vicine montagne, quella dei Fiori e quella di Campli, fecero una sortita ed assalirono il Convento di Santa Maria, profittando della circostanza che in quel pericoloso posto avanzato erano stati lasciati solo 27 Bersaglieri, tre dei quali malati.
     Il Comandante del posto era il Sotto-Tenente Cipolla, il quale in quell'ora riposava, e che poté scampare la vita fuggendo da una finestra.
     Nella confusione in cui si trovò in quel momento, lasciò nella stanza la sciabola, e l'orologio, che furono rubati dagli assalitori. Uno dei Bersaglieri infermi si salvò sulla torre della Chiesa, gli altri due e la Sentinella, che ferito s'era reso prigioniero, furono spogliati, legati e bruciati vivi sulla paglia che era loro servita di giaciglio.
     Compiuto il nefando eccidio, i briganti presero le immagini ch'erano nella Chiesa e processionalmente, in segno di trionfo, se le riportarono in Civitella.