Vincenzo Bindi
Gaetano Braga da' ricordi della sua vita


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     “Quando ci rimettemmo in carrozza, proposi a Dorè di farci condurre ai campi Elisi; là per poco non fummo arrestati pel fracasso indiavolato che facevamo. Infine alle 11 fummo da Delacroix, che ci aspettava col riuscitissimo costume d'inverno, tanto da sembrare veramente un nonagenario monaco eremita uscito da una grotta. Entrando nel ballo, fummo accolti da lunghi applausi, essendo la quadriglia più bella della serata. E poi con la faccia, nerissima di barba e di capelli, con quel costume tanto brillante, fui subito circondato da tutte le signore e signorine; e animato dal vino e più dalla giovinezza, con quel fischio mio naturale, mi misi a fare tutti gli strilli di quegli animaletti di campo, cioè cicale, uccelli, zanzare ecc. e non avendo mai saputo ballare, feci una quadriglia che destò la generale ilarità".
     Nel 1863 tornò a Giulianova per rivedere la sua famiglia e la mamma che adorava, e fu veramente felice di ritrovarsi in mezzo ai suoi cari, nella umile casetta, dove era nato e che tanti dolci ricordi destava nell'animo suo. Dimorando a Giulianova, scrisse a Peruzzini di comporgli un libretto sul tema Ruy Blas; del resto, passò il breve tempo in patria nel più completo riposo e tra le domestiche dolcezze. Dopo una breve permanenza, a Varenna prima, dove compose varii pezzi da camera per canto e pianoforte ed alcune melodie per violoncello, e dopo a Bordeaux, dove dette con grande successo un'Accademia musicale, pensò di ritornare, senz'altro indugio, a Parigi, essendosi approssimato l'autunno, stagione di molto lavoro per lui.