Federico Adamoli
Felice Barnabei. Lettere a Giannina Milli (1862-1888)


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     L'ambiente nel quale si muoveva la Milli era il più esclusivo: persone di cultura artisti nobili facevano a gara per frequentare il suo salotto tra i più ricercati di Firenze. La poetessa introdusse nella migliore società il giovane Felice rivolgendogli premure che si rivelarono preziosissime perché al termine dell'Esposizione Barnabei non fu costretto a tornare a Napoli ma potette rimanere in Toscana.
     La frequentazione del salotto della Milli oltre alla conoscenza di persone provvidenziali permise a Barnabei di esprimere un tratto caratteriale che ne fece di lui un amabile e dotto conversatore diventando con gli anni un assoluto ed assiduo protagonista della vita mondana e dei salotti dai quali era ricercatissimo e tramite i quali egli seppe sapientemente indirizzare anche le proprie aspirazioni (18) . Scrive Barnabei nelle Memorie: «La Milli viveva [...] in un appartamento modestissimo che bastava appena a raccogliervi la famiglia composta da Giannina la madre la sorella Gigina ed il fratello Antonio. [...] Il salotto di Giannina Milli era una modesta riunione di gente semplicissima dotta e celebre finché si vuole ma modesta ed umile. Non c'era nessuno che fosse spavaldo; forse era la stessa modestia della padrona di casa che si rifletteva su tutto e su tutti. Potrei dire che più che di modestia si trattava di povertà una povertà rispettabilissima che non pesava a chi la sosteneva e non offendeva o turbava quanti frequentavano allora il salotto della Milli ed erano uomini veramente sommi».

(18) Quando si trasferì a Roma per intraprendere la carriera ministeriale Felice Barnabei frequentò le più esclusive ville dell'aristocrazia romana ed ebbe amicizia e sostegno dalla regina Margherita di Savoia.