Salvatore Muzzi
Mio padre e mio nonno


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     E più spaventevole ancora fu il segutente anno 1818 poiché i lunghi patimenti indussero ne' corpi le più funeste disposizioni; onde poi quel terribile Tifo che mietè tante vite che fece grame tante famiglie! Il buon maestro sei dolevasi in cuor suo (e dolevasi di molto) per tanta sciagura pubblica sapeva vincersi per modo che né a' suoi né ad altri lasciò mai scorgere l'interno affanno: anzi si condusse con tale e tanta serenità che né la scuola si chiuse né alcuno si diede a disperazione. La qual forza di animo non lo abbandonò giammai nei più gravi pericoli né quando imperversavano flagelli di guerra né quando poi il morbo del Gange invase furiosamente la nostra Provincia.
     Ma intanto al maestro esemplare all'ottimo uomo cresceva la famiglia cui si voleva educazione ed istruzione migliore di quanto poteva aversi in quel paese campestre. Ciò considerando il solerte mio genitore e vedendo necessità di ridursi a Bologna dove i mezzi non difettano per allevare a buoni studii la prole mulinava in cuor suo come e dove allogarsi. Ed avvenutosi nel chiarissimo amico professor Cammillo. Minarelli gli aperse l'animo e gli espose il desiderio anzi la viva brama di ritornarsene alla città. A cui rispose quell'aureo uomo del Minarelli: venisse pure a Bologna; entrasse alle sue floride scuole in Santa Margherita ivi gli assegnerebbe alcune classi d'aritmetica e di lettura elementare; ivi i figliuoli di lui avrebbero di che pascere la volontà d'istruirsi; ivi si metterebbero in bella gara con valentissimi condiscepoli. E tali condiscepoli sono ora il prof. Giambattista Fabbri il dottore Annibale Cini l'avvocato Filippo Martinelli il prof. Francesco Rizzoli! nomi che onorano ad un tempo e il lor maestro e le scienze e la patria e che fanno orgogliosa la mia fortunata amicizia. A siffatte scuole che sono in fiore puranche oggidì dirette dall'egregio maggior figliuolo del Minarelli vide crescere il mio buon padre i cinque suoi figli istruiti educati; il primo de' quali (che ha dettate queste notizie) ne usciva soltanto per entrare all'Università; un altro vi restava passando dal posto di alunno al seggio di maestro; ne usciva il terzo per darsi tutto alle arti belle del disegno che con amore e sentimento e con ufficio di professore coltiva; un altro moriva in quel ginnasio insegnandovi geografia; l'ultimo passava alle Scuole Pie dov'è maestro calligrafo.