Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "È arrivata la pusa" annunciò a Scimmiotto. Egli d'un balzo salì fino alla sua nuvola e l'apostrofò: "Eccola qua, la tutrice dei sette buddha e fondatrice del culto della compassione. Che invece non fa altro che giocarmi tiri mancini."
     "Impudente mozzo di stalla, screanzato, culo rosso, te la farò vedere io!" si arrabbiò Guanyin. "Mi sono fatta in quattro per trovare qualcuno che andasse in cerca dei sutra, l'ho pregato di salvarti la pelle, ma tu non mi ringrazi, sai fare solo scenate."
     "Balle! Va bene, mi hai fatto liberare; ma a che cosa serve, se non mi posso nemmeno divertire un po'? Quando ci siamo visti l'altro giorno, per mettermi a posto vi bastavano due parole, raccomandarmi di servire il monaco meglio che potevo. E invece gli avete dato quel maledetto berretto ricamato e gli avete insegnato come farmelo mettere in testa a forza di perfidie. È colpa vostra se adesso ho questo cerchio piantato nella testa; e gli avete insegnato voi le stregonerie per farlo stringere: quando le recita impazzisco dal dolore. E poi mi dirai che non ce l'hai con me!"

     "Benedetta scimmia!" replicò Guanyin mettendosi a ridere. "Se non ti pieghi all'ubbidienza, non raggiungerai mai il giusto frutto. Senza questa costrizione, non credi che avresti ricominciato a passare alle vie di fatto contro il Cielo e contro i tuoi superiori? Tu non distingui il bene dal male, non ne hai la minima idea. E se ricominciassi a provocare calamità come una volta, chi ti riporterebbe sotto controllo? Vedrai che arriverai allo yoga, prima o poi; ma sarà proprio per merito di questo scherzetto che ti ho combinato."


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