Spezza il salice, sradica le piante
Come cogliesse cavoli nell'orto.
Solleva l'acque, inquieta cielo e terra.
Alla cerva cancella ogni sentiero,
Disorienta i va e vieni delle scimmie.
Sul Buddha fa crollare la pagoda,
Danneggia il tetto, abbatte le bandiere,
Scuote i pilastri dalle fondamenta:
Tegole volan via come le rondini.
Dentro il battello che rischia il naufragio
Tremante il barcaiolo per salvarsi
Promette sacrifici di montoni.
Perfino i draghi fanno una preghiera.
Al termine dell'uragano, scese dall'alto un mostro proprio brutto: aspetto scuro e setoloso, muso lungo, orecchie larghe. Indossava una lunga tunica diritta di tela grossolana, di incerto colore scuro, stretta alla vita da una fascia di cotone a fiori.
"Dunque devo vedermela con questo qui" pensò Scimmiotto ridendo dentro di sé.
Il bravo Novizio non si gettò addosso al mostro, ma si stese sul letto e gemette, fingendo di sentirsi male. Ignorando come stavano le cose, la strana creatura entrò nella stanza, lo prese in braccio e si provò a dargli un bacio sulla bocca.
"Così, il vecchio Scimmiotto ti alluzza con le sue grazie!"
E approfittò della presa che gli offriva il lungo grugno del mostro per fargli fare quella che si chiama piccola capriola, scaraventandolo sul pavimento.
"Tesoro, perché oggi ce l'hai con me?" chiese il mostro aggrappandosi al letto per rimettersi in piedi. "Forse perché torno troppo tardi?"
"Ma io non ce l'ho con te" rispose Scimmiotto.
"Se non ce l'hai, perché mi respingi così?"
"Ma si può essere tanto balordi da buttarsi ad abbracciare una persona che si sente male? Se no mi sarei alzata e ti sarei venuta incontro. Spogliati e vieni a letto."
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