Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     La ragazza riconobbe la voce di suo padre e rispose con un debole mormorio: "Sono qui, papà."
     Dilatando le sue pupille d'oro, Scimmiotto scrutò nelle tenebre.
     Che aspetto aveva la ragazza? mi chiederete. Ecco qui:

     La crocchia dei capelli spettinata,
     Il viso non conosce più il sapone,
     Solo il cuore è rimasto inalterato.
     La sua bellezza è dolce ma sciupata,
     Pallide labbra, la schiena s'incurva,
     Le pene stampan rughe sulla fronte.
     Appare magra e tanto indebolita
     Che la voce si spezza quando parla.

     Si fece avanti, riconobbe il vecchio signor Gao, gli si appese al collo e incominciò a singhiozzare.
     "Non è il momento di piangere, adesso. Rispondi invece a una domanda" disse Scimmiotto. "In che direzione si è allontanato il mostro?"
     "Non lo so. In questi ultimi tempi parte sempre all'alba e ritorna di notte. Va per nuvole, non si vede che direzione prende. Fa così perché è sempre in guardia, sa che mio padre lo vuol far cacciare dagli esorcisti."

     "Va bene, è inutile discuterne. Portate in casa vostra figlia e confortatela; io resto qui ad aspettare. Se non rientra, non è colpa mia; ma se mostra il suo grugno, l'erba sarà tagliata e la radice estirpata."
     Il vecchio signor Gao, tutto contento, portò la figlia in casa.
     Scimmiotto si trasformò nel sosia della ragazza e si sedette solo soletto nella stanza ad aspettare il mostro. Dopo un po', un colpo di vento sollevò la sabbia e fece rotolare le pietre. Proprio un bell'uragano!

     Sembra all'inizio una brezza leggera,
     Ma in breve prende forza sibilando.
     Corre la terra e non conosce ostacoli,


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