Lieto delle notizie, Scimmiotto ordinò alle divinità di ritirarsi, riprese la propria forma e, saltando giù dalla rupe, disse a Porcellino e Sabbioso: "Rassicuratevi, fratelli. Al maestro non accadrà niente di male: quel mostro è un mio parente alla lontana."
Porcellino scoppiò a ridere: "Che balle racconti, fratello? Tu sei del continente dell'Est e qui siamo nel continente dell'Ovest: in mezzo ci sono migliaia di fiumi e di montagne, oltre a due oceani. Come puoi avere parenti da queste parti?"
"La banda di scalzacani che avete visto era formata dalle divinità locali e dagli dèi della montagna. Mi hanno riferito le origini del mostro: si chiama Bimbo Rosso ed è figlio del diavolo a testa di toro. Cinquecento anni fa, ai tempi delle mie scappatelle, avevo girato il mondo in lungo e in largo, visitato tutte le montagne famose e conosciuto tutte le persone in vista. Ricordo benissimo di aver frequentato questo diavolo toro e di essere diventato suo fratello giurato in una confraternita di sette persone. Io ero il più giovane di quei re diavoli e li trattavo da fratelli maggiori. Se il mostro è figlio del mio fratello giurato, si può dire che è mio nipote. Non potrà certo uccidere il mio maestro. Andiamo a cercarlo."
"Ma fratello" obiettò Sabbioso, "dice l'adagio: assenza di tre anni abolisce la parentela. Sono cinque o seicento anni che tu non vedi questa gente, non scambi inviti, non bevi con loro: che ne resterà della vostra parentela?"
"Non giudicare male la gente. Ogni lenticchia d'acqua finisce nell'oceano, ogni amico prima o poi si ritrova. Che mi consideri o no un parente, almeno non potrà mangiarmi il maestro. Non pretendo che mi inviti a pranzo, basta che mi restituisca il monaco cinese tutto intero."
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