Il mostro non credette una parola e allungò la sua lancia dalla punta di fuoco per trafiggere Scimmiotto. Questi parò, con calma da esperto, roteò la sua sbarra e l'apostrofò: "Villano, non sai con chi hai a che fare! In guardia!"
Anche il mostro schivò il colpo: "Maledetta scimmia del tempo andato, che sa raccontare solo vecchie storie! Bada alla lancia!"
Non si parlò più di parentela fra loro. L'uno e l'altro, con il viso deformato dalla collera, balzarono sulle nubi con le armi in pugno. Che battaglia!
Scimmiotto ha grande fama, ma il demone è capace.
L'uno oppone la sbarra con i tre cerchi d'oro,
L'altro drizza la lancia con la punta di fuoco.
Soffiano tanta nebbia da coprire i tre mondi,
Oscurano la luce del sole e delle stelle
E di grida omicide riempiono lo spazio.
L'uno ignora qualsiasi norma di cortesia,
E la sua parentela l'altro ha dimenticato.
Sbarra come uragano, lancia fuoco selvaggio.
Si scontrano la scheggia del caos originario
E Sudhana, che è figlio della buona fortuna.
Causa di tale scontro tra forze primordiali
È il monaco cinese che al Buddha rende visita.
Dopo una ventina di scontri Porcellino, che si teneva in disparte, considerò come stavano le cose: il mostro resisteva, ma era ridotto a parare i colpi con affanno crescente e non era più in grado di attaccare. Scimmiotto risultava superiore per l'uso accorto della sua sbarra, che si trovava sempre assai vicina al cranio dell'avversario.
"Va male!" pensava Porcellino. "Quel fottuto Novizio, al primo sbaglio dell'avversario, gli romperà la testa e avrà vinto. E io sono qui a fare soltanto da spettatore."
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